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Daniel Humm perde l’incarico a Park Avenue: bocciato il menu vegano

di:
Alessandra Meldolesi
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Copertina Daniel humm park avenue

Dopo la chiusura del suo primo progetto ristorativo, Cristiano Ronaldo si prepara a inaugurare un nuovo locale con lo chef-tiktoker Ozdemir Burak. Come andrà stavolta?

La notizia

Non c’è pace per Daniel Humm, celebrity chef che dal suo lavoro ha tratto ogni possibile soddisfazione, fino al primo posto nelle classifiche mondiali, al punto da sentirsi libero di rischiare tutto nel nome di una fede, in cui crede per davvero. Dopo la stroncatura da parte di alcuni critici influenti della sua svolta vegana ad Eleven Madison Park, con tanto di retrocessione nel ranking del New York Times, e l’addio al Claridge’s di Londra, determinato a portare in tavola entrecôtes e succosi cosciotti, un’altra porta gli si è chiusa in faccia. E non una qualsiasi.

Crediti 425 Park Avenue



Crediti Michael Young



La location è da sogno: un grattacielo tutto vetro e acciaio nel cuore di Manhattan, fra la 55 e la 56 strada, firmato dall’archistar Norman Foster, con un grande spazio al piano terra, adibito a punto di ristoro deluxe. Qui secondo i piani il grande chef oriundo svizzero avrebbe dovuto sdoppiare la sua cucina improntata al vegetale. Ma la proprietà ha detto no: al suo posto ci sarà Jean-Georges Vorgerichten. È successo tutto a fine 2021, quando lo chef ha reso noto di voler portare cespi di insalata e mazzi di rape anche in loco. Allora sono iniziati i contatti fra il responsabile David W. Levinson e Vorgerichten, ma l’ufficialità è arrivata solo adesso. “Nutro un enorme rispetto per il lavoro di Daniel Humm”, ha dichiarato Levinson. “Il mondo ha bisogno di gente come lui. Ma noi non volevamo un ristorante vegetariano al civico 425 di Park Avenue”.


E dire che Humm era ben involucrato nel progetto, di cui rappresentava un decisivo vanto, non solo per il grande fine dining, ma anche per la gestione di un caffè destinato alla clientela business, situato in uno dei piani consacrati agli uffici. Anche in questo caso, il suo commento è stato affidato ai social: “Nel 2015 ho iniziato a realizzare quello che pensavo fosse un sogno: lavorare al fianco di Norman Foster sul progetto della torre al civico 425 di Park Avenue. Abbiamo speso anni a pianificare, concepire e creare tutto insieme con entusiasmo a New York. Mi rattrista profondamente dovermi separare da questo progetto. Ma nel mio cuore sapevo di dover raddoppiare gli sforzi sui miei valori e impegnarmi in ciò che credo sia giusto per il nostro futuro e il nostro pianeta.


Mi sono votato a utilizzare le mie competenze e la mia creatività per un futuro fondato sulle piante, ad aprire le menti e auspicabilmente a contenere le resistenze rispetto a questo genere di cambiamenti. Quello che è cruciale per mettere in opera una svolta radicale, è il coraggio di prendere decisioni che possono sembrare folli alla maggior parte delle persone. Spero che in futuro scelte come la mia possano non apparire più così estreme. Porgiamo i migliori auguri alla squadra del 425. Il futuro è plant-based”. Sarà vera gloria? È forse ancora presto per dirlo. Una cosa è certa: la strada verso il verde è costellata di insidie.

Fonte: foodandsens.com

Edificio in copertina: Crediti Alan Schindler

Ritratti: Crediti Eleven Madision Park

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