Dalla brioche del mattino che detta il passo alle ore, alla merenda che si concede l’ironia di un gelato mantecato o delle mignon esposte come gioielli in vetrina, l’eleganza dei Cerea approda in un nuovo tempio del gusto capitolino.
La notizia
A volte basta varcare la soglia di un luogo per percepire un gesto d’accoglienza più grande, una carezza di gusto che si allunga sulla giornata prima ancora che arrivi il primo espresso. A due passi dal Pantheon, dove il tempo si muove in cerchi perfetti e la città sembra respirare storia anche quando tace, Da Vittorio Café debutta nella Capitale con l’entusiasmo di una grande famiglia che ha deciso di portare a Roma non soltanto ricette, ma un’idea precisa di benessere: quella che nasce quando la golosità incontra lo stile, quando l’alta pasticceria si fa quotidiana e il quotidiano diventa un piccolo rito di piacere.


L’approdo romano della famiglia Cerea — una delle firme più potenti dell’ospitalità italiana, tre stelle MICHELIN da quasi sessant’anni nel ristorante Da Vittorio a Brusaporto — coincide con l’inaugurazione dell’Orient Express La Minerva, nuova dimora di lusso che abita la scenografica Piazza della Minerva (qui la nostra recensione sull'albergo). È un incrocio di destini che profuma di marmo lucido, legni caldi e una dolcezza che non teme la semplicità, perché nasce dalla perfezione dei dettagli. L’idea è chiara: accogliere in ogni momento del giorno. Dalla brioche del mattino che detta il passo alle ore, alla merenda che si concede l’ironia di un gelato mantecato o di una fetta di torta che non si limita a decorare un piatto, ma racconta una storia di tecnica e memoria. E poi toast, tramezzini, mignon che brillano come gioielli in vetrina, pani al burro e piccole tentazioni salate da consumare senza formalità, perché l’eleganza dei Cerea non ha bisogno di sussurrare: si vede, si assaggia, si porta via.


La filosofia è quella conosciuta: cura totale, artigianalità, ingredienti scelti con l’amore che si riserva alla famiglia vera. Perché è la famiglia il motore irrinunciabile dell’universo Da Vittorio: ognuno un ruolo, tutti una sola voce. Lo dicono con semplicità e orgoglio: «Con Da Vittorio Café portiamo in una città che amiamo molto, Roma, il nostro modo di intendere e vivere l’ospitalità: raffinata e gioiosa, elegante e golosissima. Ogni dettaglio di questo spazio vuole raccontare la nostra storia e la passione per l’eccellenza in tutte le sue forme». Questa volta, il racconto della gioia convive con quello di una nuova espansione del Gruppo Arsenale, che con La Minerva immagina una Roma capace di competere a livello globale nel mondo dei luxury boutique hotel. E non è un caso se il partner gastronomico scelto per firmare l’esperienza quotidiana sia proprio Da Vittorio: un marchio che garantisce qualità assoluta tanto in una degustazione stellata quanto in un cappuccino ben montato.

Il design, fedele al DNA estetico degli store Cerea — come quello milanese firmato Louis Vuitton in via Montenapoleone, o lo storico Cavour1880 a Bergamo Alta — combina essenzialità e splendore in un gesto unico: tavoli che sorridono al passaggio dei clienti, luci che avvolgono come un abbraccio, sedute morbide che invitano a rimanere qualche minuto in più. È il tipo di luogo che assomiglia a una pausa, ma racconta il viaggio; che si rivolge ai romani tanto quanto ai viaggiatori che cercano nel cibo la chiave per entrare in una città. Sulla vetrina troneggiano i panettoni — quelli che fanno impazzire l’Italia ogni Natale — e la Gioconda, dolce-icona che porta lo stesso nome del quadro più famoso al mondo. È un dettaglio che non passerà inosservato in una piazza dove l’arte cammina accanto ai tavolini. Accanto, cofanetti regalo che custodiscono pesti, gianduia, creme spalmabili e, soprattutto, il kit per preparare i paccheri ai tre sughi, uno dei piatti più celebrati del ristorante Da Vittorio. Regali gourmet che parlano una lingua precisa: quella dell’amore che si impara in cucina.

Non stupisce che l’apertura sia stata pensata come nuovo tassello del progetto Da Vittorio Café nel mondo, un ponte che parte da Bergamo e tocca le città dove la bellezza è un impegno quotidiano. Roma era la destinazione naturale, il luogo dove raccontare un’idea di ospitalità che non si inchina alla pomposità, ma la accarezza trasformandola in confidenza. «Roma vive di storia e di emozioni forti» ha dichiarato Roberto (Bobo) Cerea. «Speriamo di contribuire ad alimentare quel sentimento con la nostra cucina di famiglia e con una pasticceria che faccia sorridere prima ancora di essere assaggiata». Il fratello Enrico (Chicco) lo affianca con entusiasmo: «Il nostro sogno è sempre stato portare Da Vittorio nei posti che abbiamo nel cuore. Venire nella Capitale è un privilegio e una sfida bellissima, perché l’ospitalità a Roma non si improvvisa: si conquista un cliente alla volta, con gentilezza e tanta sostanza».

E poi una nota di concretezza che conquista: «Il nostro successo nasce dall’essere sempre presenti, anche nelle piccole cose» aggiunge Chicco Cerea. «Una brioche ben fatta cambia la giornata. È da lì che parte tutto». Una filosofia semplice solo in apparenza: dietro, turni, prove, impasti calibrati al grammo, un laboratorio di pasticceria che lavora come un backstage di teatro invisibile agli occhi ma fondamentale alla magia. Da Vittorio Café vuole diventare quel posto fidato dove si ritorna, perché la bellezza non si specchia, si riconosce. Un indirizzo pensato per romani che amano sorprendersi e per chi arriva da lontano cercando nell’Italia un sapore di verità. Un nuovo tassello, un capitolo fresco che si aggiunge alla grande narrazione dei Cerea — una narrazione fatta di ospitalità limpida, sorrisi sinceri e un talento che non ha mai smesso di profumare di casa.
