Prima ancora di concepire il suo impero culinario, Lily lavorava fino a quindici ore al giorno come governante in hotel, senza mai dimenticare il richiamo delle biang biang noodles. Anni dopo, tornata a Xi’an per apprendere l’arte del vero impasto, il colpo di genio arrivò: portare quei sapori autentici a Seattle, trasformando un piatto tradizionale in un fenomeno cittadino.
Foto di Lily Wu in copertina: Amber Fouts
La storia
Lily Wu ha trasformato il sogno di bambina in un percorso gastronomico che unisce nostalgia, tecnica e coraggio imprenditoriale. Nata in un piccolo villaggio della provincia di Jilin, nel nord-est della Cina, Wu ricorda le strade sterrate, i campi di mais e la lontananza dalla ricchezza che avrebbe voluto portare alla sua famiglia. “Un giorno ho visto una strada asfaltata e una macchina,” ha raccontato qui ad Eater, “e ho deciso che avrei voluto una vita diversa, e fare soldi per cambiare il destino della mia famiglia.” Quella determinazione, maturata tra corse sui sentieri polverosi e pasti frugali, oggi si manifesta in ogni piatto dei suoi ristoranti a Seattle.

Il viaggio verso l’America iniziò nel 2006, con un visto da studentessa e un’infarinatura di inglese a Brooklyn. Prima ancora di concepire il suo impero culinario, Lily lavorava fino a quindici ore al giorno come governante in hotel, senza mai dimenticare il richiamo delle biang biang noodles — quelle lunghe, larghe e seducenti strisce di pasta, al contempo morbide e gommose, che aveva assaggiato per la prima volta a Pechino. Anni dopo, tornata a Xi’an per apprendere l’arte del vero impasto, il colpo di genio arrivò: portare quei sapori autentici a Seattle, trasformando un piatto tradizionale in un fenomeno cittadino. Nel 2014, il primo passo fu QQ Mini Hot Pot all’interno del Woori Market, un piccolo spazio che offriva malatang personalizzato e permetteva a Wu di perfezionare la preparazione di biang biang noodles e liang pi. La chiusura del negozio non la fermò; con determinazione ritornò alla ristorazione aprendo Xi’an Noodles nel University District nel 2016, un locale che avrebbe segnato l’inizio di una piccola catena. Ogni dettaglio del locale — dall’arredamento alla cucina — fu curato dalla stessa Wu: “Non avevo un piano, solo un matterello e tanta perseveranza,” racconta, “ma ho imparato molto, e ogni esperienza, per quanto difficile, arricchisce la vita.”

La pandemia del 2020 non scoraggiò la chef; anzi, fu l’occasione per ristrutturare il ristorante dell’University District. Successivamente arrivarono le aperture a Westlake Center e Bellevue, ampliando il raggio d’azione e consolidando la reputazione di Wu come interprete moderna della cucina cinese autentica a Seattle. Ma il sogno più ambizioso era ancora davanti a lei: Happy Crab sul lungomare di Ballard, nello spazio precedentemente occupato da Anthony’s Homeport, inaugurato nel dicembre 2024. Happy Crab nasce dall’incontro tra tradizione cinese e contaminazioni internazionali, come i piatti di Cajun seafood reinterpretati con la sensibilità di Wu per il gusto e la consistenza dei noodles. Burro di granchio su pasta tirata a mano, ma anche dumplings ma la, piccoli scrigni di sapore numbing e piccante, sono solo alcune delle creazioni che riflettono anni di perfezionamento e ricerca. La filosofia è chiara: qualità stellata, resa accessibile, senza esclusioni sociali. “Voglio creare un luogo dove chiunque possa godersi la vista, la brezza del mare, il tramonto e il cibo,” spiega Wu.

Il design del ristorante rispecchia la sua cucina: luminoso, arioso, elegante ma non pretenzioso, con spazi pensati per ospitare anche Resident Chef Nights, iniziativa in cui giovani chef possono proporre le loro creazioni sul menu, condividendo esperienza e visibilità. Wu mira a trasformare Happy Crab non solo in un luogo di gusto, ma anche in un incubatore di talenti, in un crocevia di opportunità per chi aspira a entrare nel mondo della ristorazione Nonostante la crescita e la complessità gestionale, l’approccio di Wu rimane radicato nella semplicità e nell’accessibilità. Ogni piatto racconta una storia di fatica, di passione, di connessione tra culture e sapori. La combinazione di noodles tradizionali e influenze internazionali non è mai casuale: è frutto di tecnica raffinata, studio meticoloso degli ingredienti e desiderio di sorprendere senza intimidire. La stessa attenzione al dettaglio che l’ha portata a conquistare una reputazione solida a Seattle guida la scelta dei fornitori, la preparazione dei piatti e la cura dell’esperienza complessiva dei clienti.

Oggi Lily Wu rappresenta un esempio emblematico di come la cucina possa trasformare vite e comunità. La sua storia è un racconto di resilienza, innovazione e inclusività: da un piccolo villaggio della Cina settentrionale a un’icona della ristorazione di Seattle, con un piccolo impero di cinque ristoranti e un nuovo concept sul lungomare pronto a stupire. Happy Crab non è soltanto un locale; è un invito a gustare la vita, a sperimentare sapori autentici e a celebrare la possibilità di gioire insieme, un piatto di noodles alla volta. Wu dimostra che la grande cucina non deve essere elitaria: può essere accessibile, generosa e capace di unire cultura, tecnica e cuore. In ogni biang biang noodle tirata, in ogni granchio burroso e piccante, c’è la storia di chi ha trasformato ostacoli in opportunità, passione in arte, fatica in festa. A Seattle, il suo successo insegna che il cibo non è solo nutrimento, ma ponte tra persone, culture e sogni.