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La Popote lancia la 1° carta delle acque del Regno Unito: fino a 22€ per una bottiglia

di:
Elisa Erriu
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copertina la popote carta delle acque

Fino a 19 sterline, ergo 22 euro, per una bottiglia d’acqua al ristorante: uno chef ha lanciato quella che sembra essere la prima carta delle acque del Regno Unito.

La notizia

L’acqua non è tutta uguale. A volte scorre leggera come seta, altre volte graffia la lingua con un’impronta minerale quasi salina. Ed è proprio su questa idea che un ristorante del Cheshire, nell’Inghilterra del Nord, ha deciso di costruire la sua prossima rivoluzione gastronomica: trasformare il gesto più quotidiano – bere un bicchiere d’acqua – in un rito di degustazione degno dei migliori calici di Borgogna. La Popote, raffinato ristorante in stile francese guidato dallo chef Joseph Rawlins e dalla compagna Gaëlle Radigon, già segnalato nella Guida Michelin, è diventato il primo locale del Regno Unito a lanciare una carta delle acque minerali, secondo quanto riportato qui da CNN. Non si tratta di una trovata da marketing, ma di un progetto studiato con cura insieme a Doran Binder, uno dei pochissimi “sommelier dell’acqua” certificati al mondo, nonché produttore della Crag Spring Water.

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Quando Binder propose per la prima volta a Rawlins l’idea di una water list, la reazione fu scettica. “All’inizio pensavo fosse ridicolo”, ha ammesso lo chef. Poi l’invito a una degustazione presso il “water bar” che Binder gestisce nel Peak District cambiò tutto. “È stato illuminante: ho capito che l’acqua non è solo acqua”. Durante quel primo assaggio provarono cinque o sei etichette diverse. Successivamente, le stesse vennero abbinate a cibi specifici – formaggi come Manchego e Comté, prosciutto di Parma, cioccolato, olive. Il risultato sorprese tutti: come accade col vino, i sapori cambiavano radicalmente a seconda dell’accostamento. L’acqua francese Vichy Célestins, con i suoi 3.300 TDS (Total Dissolved Solids, ossia minerali disciolti), sembrava inizialmente salata, ma in abbinamento al prosciutto crudo perdeva la nota pungente, esaltando la persistenza del gusto della carne.

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Dal 23 agosto, i clienti di La Popote possono scegliere tra tre acque naturali e quattro frizzanti, tutte provenienti da diverse zone d’Europa. Si va dai 14 TDS della Lauretana italiana, sottilissima e impalpabile, fino alle complessità minerali del Vidago Palace portoghese, venduto a 19 sterline la bottiglia (22 EURO). Il ventaglio di prezzi parte invece dalle 5 sterline per l’acqua “di casa” firmata Crag Spring. Il progetto intercetta una tendenza ormai consolidata: sempre più persone riducono il consumo di alcolici. Per Binder, astemio da sempre, la carta delle acque colma finalmente un vuoto: “Quando vado al ristorante mi mettono subito davanti la lista dei vini, che per me è inutile. Ma una water list mi apre un orizzonte nuovo, sia come cliente che come foodie”.

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Anche il servizio è studiato con attenzione. “Consigliamo di servirla a temperatura ambiente, con ghiaccio e una fetta di limone. Se troppo fredda, l’acqua perde aromi, proprio come accade col vino”, spiega Rawlins. La filosofia è la stessa dell’enologia: ascoltare il palato, lasciarsi guidare dal bilanciamento tra minerali e cibo. La misura scientifica che regola tutto è il TDS: l’acqua distillata ha un valore pari a zero (ottima per pulire i vetri, pessima per bere), mentre quella marina oscilla tra i 30.000 e i 40.000. Le etichette in carta da La Popote si muovono lungo una gamma raffinata che permette abbinamenti inediti, dal formaggio stagionato alla cioccolata fondente. L’operazione, oltre a incuriosire, riflette un nuovo modo di intendere la convivialità: meno dipendente dall’alcol, più attento all’esperienza. Non è un caso che La Popote, pur forte di una cantina con quasi 140 etichette di vino, abbia deciso di investire sulla “bevanda invisibile” per eccellenza. “L’acqua è un’altra dimensione”, sottolinea Rawlins. “Dà ai nostri ospiti la possibilità di vivere qualcosa di diverso”.

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Doran Binder, dal canto suo, la vede come una piccola rivoluzione: “Per i ristoranti è un nuovo canale di guadagno, ma soprattutto è un gesto di rispetto verso chi non beve. Non è solo salute, è piacere, è cultura del gusto”. Così, in un angolo del Cheshire che profuma di baguette e foie gras, il futuro della tavola britannica si sperimenta in trasparenza. Una bottiglia scintillante non è più soltanto acqua: è racconto, abbinamento, identità liquida.

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