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Francesco Martucci ai The Best Pizza Awards: “La vera pizza è quella buona, in tutto il mondo”

di:
Elisa Erriu
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copertina the best chef

“La pizza è buona o non è buona, sia casertana, sia romana, sia New York Slice, sia Detroit Style. La vera pizza è la pizza fatta bene. La vera pizza è figlia del mondo". L’exploit di Francesco Martucci ai The Best Pizza Awards.

L'evento

L’estate a Milano. Non solo moda e design, ma anche farina, pomodoro e un esercito di pizzaioli pronti a riscrivere le regole del gusto. La città si è trasformata in un laboratorio a cielo aperto, un punto d'incontro tra menti creative che vedono nella pizza molto più di un semplice piatto: un linguaggio, una tela bianca su cui dipingere storie di territori e passioni: l'evento "The Best Pizza Awards 2025". Ma prima del red carpet e dei flash dei fotografi, si è consumato un prezioso (quanto saporito) prologo, un assaggio di quello che sarebbe stato il main event.

i masanielli 4
 

Biga: cinque chef, cinque mondi di pizza

Da Biga, pizzeria milanese guidata da Simone Nicolosi, la pizza ha indossato abiti internazionali. Non una semplice cena, ma una vera e propria performance gastronomica: cinque chef, provenienti da angoli diversi del pianeta, chiamati a interpretare la pizza con il loro DNA. L'idea? Dimostrare che la pizza non è solo napoletana, romana o newyorkese, ma un caleidoscopio di sapori e tecniche, un'arte in continua evoluzione. Davide Di Chio (Alterego Pizzeria Boutique, Andria) ha aperto le danze con una "Margherita Amuse-Bouche" che ha scomposto e ricomposto i classici, giocando con consistenze e profumi. Simone Nicolosi ha risposto con un "Padellino Tricolore" che osava un tocco di caffè nell'impasto, esaltando i sapori del pomodoro San Marzano e della stracciatella.

chef nicolosi
 
alterego
 

Javiera Contardo (Dou Pizza, Santiago del Cile) ha portato un vento andino con "Las Cabras para el monte", un mix audace di crema di zucca, formaggio di capra e spezie cilene. Mirko Pepe (Pizzeria Quattro Quarti, Molfetta) ha stupito con un "Padellino Bacio Salato" che univa zafferano, melanzane affumicate e una freschissima battuta di gamberi bianchi. A chiudere la serata, Sebastian Diego Gallucci (Sebas Restaurant, Costa Rica) ha acceso la miccia con "Formaggio, carne e amore per la giugla", una pizza generosa e ricca di contrasti, tra carne alla griglia, pesto di pistacchi e un tocco di chimichurri. E per il finale dolce, i suoi "Churro Pops", una rivisitazione golosa dei classici churros sudamericani.

dou pizza Javiera Contardo
 

Martucci, il re della pizza trionfa a The Best Pizza Awards

Il giorno seguente, lo Spazio Antologico degli East End Studios si è trasformato nell'olimpo della pizza, accogliendo oltre 500 ospiti internazionali, tra cui 300 maestri pizzaioli. Un tripudio di creatività e passione, culminato con l'incoronazione di Francesco Martucci (I Masanielli, Caserta) come miglior pizzaiolo del 2025. Un verdetto che premia l'eccellenza dell'impasto e l'approccio innovativo alla pizza casertana, consacrando Martucci come un interprete capace di coniugare tradizione e sperimentazione. Al secondo posto si è piazzato Franco Pepe (Pepe in Grani, Caiazzo), un'icona del settore, seguito da Gabriele Bonci (Pizzarium, Roma), il "Michelangelo della pizza al taglio". Martucci ha condiviso le sue emozioni: "È stata una bellissima manifestazione, con tanta gente venuta da tutto il mondo. Mi sono trovato subito a mio agio. Poi mettici il fatto della vittoria, e tutto ha un altro sapore".

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Alla domanda su cosa renda speciale la pizza casertana, Martucci non ha dubbi: "La pizza casertana è una pizza che la dice lunga sul prodotto popolare, che può essere di altissima qualità. Abbiamo portato la pizza in uno step successivo, facendo gruppo con i contadini, con i casari, proprio la filiera spiegata e spiccicata. La filiera, tutte queste persone sono il solaio della nostra professione". Martucci ha poi aggiunto una riflessione sull'eterna diatriba tra i diversi stili di pizza: "Ormai io credo che la pizza è buona o non è buona, sia casertana, sia romana, sia New York Slice, sia Detroit Style. La vera pizza è la pizza fatta bene. La vera pizza è figlia del mondo". Quando gli si chiede se ha intenzione di aprire una sede de I Masanielli a Milano, Martucci ha offerto uno spunto di riflessione da vero “re della pizza”: "In Italia non mi interessa aprire altri locali. L'Italia rimarrà solo Caserta per la mia pizza. Porterò il mio brand, Francesco Martucci, altrove, fuori, in America e non solo. La motivazione? La burocrazia italiana è un incubo. Per chi fa impresa, è frustrante. Meglio concentrarsi su mercati più agili."

francesco martucci pizza
 

Nonostante la scelta controversa, Martucci non rinuncia alla sua passione per la pizza e per la ricerca di nuovi sapori: "Gli ingredienti sono come i numeri, offrono infinite combinazioni. Bisogna partire dalla tradizione, ma con un occhio al futuro." E così, mentre Milano celebra il trionfo di Martucci, il mondo della pizza si interroga: è l'inizio di una nuova era? Un'era in cui la pizza, da simbolo di un territorio, diventa un fenomeno globale, libero da confini e pregiudizi. Un'era in cui la qualità, l'innovazione e la passione sono gli unici ingredienti che contano davvero.

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