Semplici con stile

Rivoluzione da Ferdy: "Usiamo solo carne di animali vecchi, devono fare la loro vita”

di:
Silvia Morstabilini
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Nel cuore delle Alpi Orobie, a Lenna (BG), Ferdy non è solo un agriturismo, ma un luogo dove la montagna è protagonista, vissuta ogni giorno in modo autentico. Oggi è anche ristorante Stella Verde MICHELIN 2025, riconoscimento che premia la coerenza e il rispetto per l’ambiente, gli animali e le persone.

Arrivare qui è un piccolo rito: si attraversa un ponticello e si entra in un ecosistema fatto di boschi, cavalli, capre orobiche e l’edificio in pietra che ospita ristorante, spa e camere. Un progetto familiare nato con Ferdinando Quarteroni, “Ferdy”, e oggi portato avanti con visione e sensibilità dal figlio Nicolò, che ha trasformato il sogno del padre in una realtà etica, contemporanea e radicata nel territorio.

Cucina d’altura: tra stagionalità e rispetto animale

La cucina di Ferdy, guidata dallo chef Alessio Manzoni, è un racconto vivo delle Orobie: formaggi a latte crudo, carni etiche, erbe spontanee, radici, fiori, e ingredienti raccolti o allevati in loco. “Qui non serviamo carne di animali giovani: lavoriamo con razze in via d’estinzione, come la Bruna Alpina Originale, e valorizziamo ogni parte dell’animale”, ha spiegato Nicolò alla Guida Michelin in questa intervista.

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Da qui nasce Wild Etik, una filosofia che unisce benessere animale e gusto consapevole. Simbolico il piatto “Orobie Orientali”: filetto di vacca Etik, coclearia dal gusto wasabi, cipollotto e brodo. Altro signature? Lo spaghetto cotto nel siero di latte e mantecato con burro, pepe e “bottarga” di fegato Etik. Il menù, che cambia con le stagioni, include percorsi degustazione come “Ma le Orobie di più” e “Viaröl de la Petronilla” (vegetariano), che offrono un viaggio attraverso i boschi e i pascoli.

Il carrello dei formaggi, la Cheese Valley e i Supereroi montani

Una vera attrazione è il carrello dei formaggi artigianale, costruito a mano da Nicolò: 15-20 referenze da filiera corta, tutte provenienti dalla Cheese Valley (riconosciuta dall’UNESCO). Quando non è possibile produrre tutto in casa, entra in gioco la rete dei Supereroi Montani: piccoli produttori che condividono i valori di Ferdy. “Li paghiamo anche il doppio rispetto al mercato, perché la qualità e il rispetto si sostengono così”, racconta Nicolò.

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Wild Vigneron e soggiorno a contatto con la terra

Nel calice, la filosofia non cambia: con Wild Vigneron, Nicolò ha selezionato oltre 700 etichette da vignaioli naturali che lavorano con rispetto per la terra. Ogni vino racconta una storia vera, come il Moscato di Scanzo di Manuel Biava, eccellenza bergamasca. Chi decide di fermarsi può dormire in una delle dieci camere, tutte in legno e pietra, curate in ogni dettaglio, oppure rilassarsi nella spa alpina, con trattamenti a base di siero di latte, fieno e pietre locali.

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Una comunicazione sincera, una comunità vera

Il successo di Ferdy si costruisce anche attraverso una narrazione trasparente e quotidiana sui social. Nicolò mostra quello che realmente accade: la mungitura, la nascita di un vitello, la produzione del formaggio. Non vendiamo storytelling. Raccontiamo quello che siamo”. Ferdy è oggi una tappa imprescindibile per chi cerca esperienze autentiche, stagionali, sostenibili. Una montagna che nutre, accoglie e insegna a prendersi cura del tempo e del cibo. Un luogo che si visita una volta e si ricorda per sempre.

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