Dimenticate cappuccini schiumosi al volo e zuccheri a volontà. Bugan Coffee Lab, pionieri dello specialty coffee in Italia, dopo undici anni di attività a Bergamo, arriva finalmente a Milano, in via Vigevano 15, zona Navigli. E lo fa restando fedele alla propria filosofia: niente compromessi, solo qualità. Espresso solo doppio, da 3,50 euro in su, fino a 25 euro per i caffè da competizione. Sei metodi di estrazione e più di 25 caffè tra cui scegliere. Un progetto pensato per chi il caffè vuole capirlo, non solo berlo.
Dalla torrefazione al banco: una visione culturale del caffè
Maurizio e Sonia Valli non hanno mai voluto fare “un bel bar”. Il loro Bugan – attivo dal 2014 – è nato come microtorrefazione con una missione: portare in Italia la cultura dello specialty coffee. E Milano, capitale di tendenze e crocevia di gusti internazionali, era la destinazione naturale. «Dovevamo aprire già nel 2020 – ha raccontato Sonia a MixerPlanet – ma la pandemia ci ha bloccati. Ora i tempi sono maturi». L’obiettivo? Offrire un’esperienza che valga il viaggio, anche se si abita a pochi metri. Da qui la scelta di puntare su origini selezionatissime, tracciabili e spesso esclusive, anche a costo di alzare l’asticella del prezzo.
Un bar poco italiano. E molto Bugan
Niente espresso “al banco” a un euro. Niente caffè generici. Ogni tazza è un piccolo laboratorio sensoriale. L’espresso base parte da 3,50 euro perché viene da monorigini pregiate che cambiano regolarmente. I caffè top – quelli da competizione – arrivano a 25 euro a tazza, ricavati da chicchi che costano anche 100 euro l’etto. E le estrazioni? Sei in totale: Espresso, Cold Brew, Pour Over, Batch Brew, Japanese e Moka Pump. In più, a ottobre aprirà un secondo spazio interno dedicato a formazione e degustazioni: corsi per baristi e appassionati, cupping riservati, preparazione per le gare. Bugan, infatti, è anche palestra di campioni, come Daniele Ricci – secondo ai mondiali 2023 – e Stefano Nodari, campione italiano di Latte Art 2023.
Design essenziale, anima giapponese
Il nuovo locale milanese è un perfetto equilibrio tra artigianalità e minimalismo. Firmato dagli studi De8_Architetti e Bettinellistudio Architetti, il progetto abbraccia la filosofia del wabi-sabi, la bellezza dell’imperfezione. Le travi in legno originali, i pavimenti in pietra, il bancone-laboratorio in legno carbonizzato con la tecnica giapponese Shou Sugi Ban, tutto contribuisce a creare un ambiente autentico, che invita alla calma e alla scoperta. Nessun decoro superfluo, solo materia e luce. Anche l’attrezzatura è di altissimo livello: Modbar La Marzocco integrati nel banco, macinini Mahlkönig E65 e EK43, e una Swan per le estrazioni più tecniche.
Un’oasi specialty in mezzo ai Navigli
In un quartiere dominato da locali turistici e offerte “da aperitivo”, Bugan si inserisce come oasi per cultori, una realtà controcorrente che non cerca numeri facili ma connessioni vere. Aperto sette giorni su sette, dalle 8 alle 18, il locale si rivolge sia ai coffee lover milanesi che ai turisti in cerca di un’esperienza autentica. Niente compromessi, nessuna concessione al gusto medio. Qui si viene per imparare, per assaggiare, per lasciarsi sorprendere. E per capire che il caffè può essere molto, molto più di una pausa veloce.
Un nuovo inizio per lo specialty in Italia
Con l’apertura a Milano, Bugan segna un punto di svolta nella cultura del caffè italiana. Non è solo l’arrivo in una nuova città: è un manifesto, un invito a rivalutare l’intero rituale del caffè. Non si tratta più di quantità o abitudini, ma di qualità, tracciabilità e consapevolezza. E Milano, da oggi, ha un nuovo indirizzo da segnare sulla mappa dello specialty coffee.
