Cucina italiana all'estero

Emilio’s Ballato, l’italiano a New York con file da 2 ore fuori dal locale

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina emilio vitolo

Storia del locale nel Lower East Side che fa impazzire le celebrites, e non solo.

La storia

Inesorabile e imperterrito, da decenni, non trova ostacoli il successo del ristorante Emilio’s Ballato nel Lower East Side di Manhattan. Nato a Sarno negli anni Sessanta, Emilio Vitolo, proprietario del locale da più di trent’anni, arriva nella Grande Mela con i genitori nel 1969. Gli inizi per il giovane Emilio non sono certo facili: una metropoli, un altro continente, un’altra lingua. “Sono arrivato in America nel 1969. Avevo 9 anni. Un’altra era. Un’altra America. La mia famiglia e’ originaria di Sarno (Miezz a’ Croce-tiene a precisare). L’impatto con New York non fu facile. Passare da una realtà di paese, semi agricolo, a una metropoli fu difficile. Gangs giovanili. Bisognava difendersi. La citta’ indurisce. La scuola non mi piaceva. Trascorrevo le mie giornate in una pasticceria. Intanto la mia passione per la cucina e il cibo cresceva. Una voce mi disse Emilio “tu devi fare questo". Il cuoco è il tuo mestiere”, confidava Emilio in un'intervista a i-Italy qualche anno fa.

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Dopo varie esperienze nel mondo dell'hospitality da dipendente, è il 1989 quando Emilio decide di rilevare Ballato’s, locale aperto nel 1956 da John Ballato e già frequentato da numerose celebrità del calibro di Andy Warhol e John Lennon. Il ristorante assume, quindi, il nome di “Emilio’s Ballato”, per non dimenticare le origini. “Gli inizi non sono stati facili anche se i commensali non hanno mai abbandonato quest’insegna. La svolta, però, avvenne nel 2011. Da allora non mi sono più fermato. Il pieno tutte le sere. Dal mio ristorante sono passati quasi tutti gli attori e i cantanti più famosi (Oprah Winfrey, Janet Jackson, Michael Baldwin e tanti altri). Una sera Billy Joel venne con un giornalista di Rolling Stone appena passato al New York Times. Costui si interessò alla mia storia e dopo poco tempo mi ritrovai una pagina del New York Times dedicata a me. Fu una benedizione. Quell’articolo è stato una manna per me. Un miracolo. Un grande periodo dopo l’articolo che tuttora continua”, prosegue.

emilio s ballato pasta
 

Oggi Emilio gestisce il locale con Emilio jr, Mario e Anthony, i suoi tre figli; tutti hanno studiato da chef, ma è in particolare Anthony a dedicarsi alla cucina, racconta Michelin. Tra i piatti più celebri del locale è obbligatorio menzionare: il Veal Antonio, una sottile costoletta di vitello da 470 g, impanata, fritta e condita con una salsa alla vodka a base di panna, prosciutto, mozzarella fresca e piselli; la Mozzarella in Carrozza; la Carbonara, la Cacio e Pepe e le Penne Antonio con salsiccia di maiale piccante sbriciolata, piselli, panna e pomodorini a cubetti. Le file davanti al locale al 55 E Houston St sono interminabili e durano non meno di 2 ore; da Emilio’s Ballato, infatti, non è possibile prenotare a eccezione della saletta privata usata per accogliere i parenti, gli amici e i clienti più fidelizzati. Non tutti sanno, poi, che Emilio e i suoi figli conservano un menu “segreto”, una sorta di “menu speakeasy”, che si può scoprire solamente chiedendo direttamente al cameriere o allo chef. "Non ve lo sveleremo mai. Le persone che mi conoscono bene entrano direttamente in cucina, nel retro, e mi dicono cosa vogliono. È come se fossi un amico che cucina per chi lo va a trovare. A volte penso potrei impazzire con questi ordini extra, ma eseguo ogni richiesta", confida ancora Emilio a Michelin.

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I piatti e i sapori del Sud Italia sono sicuramente una componente fondamentale del successo del locale dei  Vitolo, ma altrettanto importanti sono stati e continuano a essere il carattere e la determinazione di Emilio e i valori trasmessi ai figli.Non ho mai mollato. Nemmeno nei momenti bui. A volte, per lunghi periodi, non mi prendevo la mia paga, ma poi i risultati sono arrivati. Passione, tanta determinazione e cortesia verso i clienti. Se non ami una cosa non la devi fare. Sei destinato a fallire. Io sono il ristorante. E’ questa la mia vita. Io so fare solo questo e continuerò a farlo. I am a winner. Sono contento di essere nato povero. La povertà mi ha dato una carica incredibile. E poi benedico l’America che mi ha dato il successo”.

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