L’indirizzo è un must per chi vuole mangiare una cucina ittica di qualità, frequentato da presidenti di Stato e vip, con una cantina che annovera ben 14mila bottiglie.
La storia
Sono innumerevoli le strade e i vicoli di Roma che contribuiscono al fascino della Città Eterna. Ma c’è una piazza in particolare che ogni romano (e non) non dimentica: Piazza de’ Ricci. Siamo in pieno centro storico ed è qui che si compie la storia di Pierluigi, famosissimo ristorante di pesce nato nel 1938 in un antico palazzo rinascimentale del ‘500. “All’inizio questo locale aveva tutta un’altra identità e anche un altro nome – racconta Lorenzo Lisi, proprietario dell’insegna – si chiamava “Pierluigi erfaciolaro” in onore delle origini rietine del signor Umberto e a quel piatto tipico a base di fagioli del suo paese”. Sarà la figlia di Umberto a cambiarne il nome in Pierluigi negli anni ‘70 prima di cedere l’attività a Roberto Lisi, padre di Lorenzo.

Dagli anni ‘80 avviene quindi una lenta trasformazione – sia in termini di offerta culinaria che di restyling dell’ambiente – che culmina nel 2010 con l’arrivo in pianta stabile di Lorenzo. “Con il mio arrivo, Pierluigi ha iniziato la sua vera trasformazione. Non ho stravolto l’impronta data da mio padre fatta di cura del cliente e grande accoglienza – spiga Lorenzo Lisi –, ho però voluto trasformare gradualmente Pierluigi nel ristorante contemporaneo che è oggi”.

Il ristorante
Non un indirizzo di pesce qualsiasi, Pierluigi tratta con “religiosità” la materia prima ittica, ritagliandosi un posto di rilievo nella scena gastronomica romana. Gli ingredienti iodati sono di primissima scelta, tangibili anche dall’evocativa mostra del pesce situata all’ingresso del ristorante. “Noi vogliamo che i nostri ospiti riconoscano, nei piatti che portiamo a tavola, la grande ricerca che facciamo in fatto di materia prima, i sapori netti”, racconta Fabrizio Gagliardi, chef di Pierluigi dal 2022. Il suo è un menu che racconta il mare e la sua freschezza: piatti molto classici si alternano a preparazioni più argute, ma in entrambi i casi il cuoco casertano dimostra ampiamente di saper lavorare e trattare il pesce con le dovute accortezze.


Se nel tempo Pierluigi ha impresso il proprio nome nell’universo gastronomico capitolino il merito è anche del servizio in sala, una squadra composta da più di 20 camerieri capitanati con stile ed eleganza da Alessandro Tibaldo, manager dell’insegna in cui ha mossi i primi passi nel lontano 2008. “In questi ultimi vent’anni è certamente cambiato il nostro modo di lavorare – commenta Tibaldo. "Oggi più che mai la nostra priorità è accogliere tutte le esigenze dei nostri clienti sia dal punto di vista della proposta gastronomica, ma anche per ciò che concerne il servizio stesso”. Il tandem Tibaldo-Lisi ha costruito le fortune di Pierluigi anche attraverso una carta vini che dalle 300 etichette del 2000 è arrivata alla cifra monstre di 14mila bottiglie e 2000 referenze, tra vecchie annate e verticali esclusive.

I piatti
L’accoglienza di Pierluigi è nel segno della convivialità tra moscardini fritti e bruschetta con ‘nduja e tonno. Fabrizio Gagliardi non è solo abile con il pesce, ma nel corso della degustazione dimostra la sua conoscenza delle verdure, come la Tartare di barbabietola che incontra la sapidità del caviale. La prova del crudo è magistralmente interpretata con un piatto che riassume il meglio del pescato giornaliero: Tartare di ricciola, gazpacho di rapa rossa e maionese al sedano, Tartare di salmone con yogurt, finocchio e cialda di segale e infine quella di Tonno con zucca speziata, crema di pecorino, puntarelle e alici. Completano la portata il Carpaccio di gamberi rossi con hummus di fava bianca, salicornia e melograno e il Carpaccio di capasanta con uva, arancia e radicchio.


L’ultimo antipasto è il miglior biglietto da visita dell’insegna, la Tagliatella di calamaro con gazpacho di pomodoro, guanciale croccante e pecorino, ovvero l’amatriciana secondo Pierluigi. Tra i primi si apprezzano volentieri i Fusilli con totanetti, pomodori secchi, broccoli e foglia di calamaro, mentre tra i secondi è il trionfo della convivialità la Triglia in guazzetto con pomodoro del piennolo, capperi e olive.



E il dessert? Una Pasta sfoglia con crema alla nocciola, lampone e gelato al caramello salato, un vero piacere sensibile.
Contatti
Ristorante Pierluigi
Piazza de’ Ricci, 144 00187 Roma
T. 06686871