Non chiamatelo semplicemente chef. La sua è una storia di mare, radici profonde e una passione che attraversa generazioni. Lo "Chef dell'Anno" in Scozia ha un cuore inglese e mani che parlano la lingua dei crostacei.
Lo chef
C'è qualcosa di magico nel rapporto tra un uomo e il mare. Chiedetelo a Michael Leathley, cresciuto respirando l'aria salmastra di North Shields, nel nord-est dell'Inghilterra, oggi incoronato "Chef dell'Anno" ai prestigiosi National Hotels of the Year Scotland Awards 2025. Una consacrazione che arriva dopo cinque anni e mezzo di regno indiscusso come head chef del The Pierhouse Hotel and Seafood Restaurant di Port Appin, sulla selvaggia costa di Argyll. "L'odore delle aringhe affumicate, il fumo, il burro e la senape – sono le mie origini", confessa Leathley alla testata Northumberland Gazette quando rievoca suoi ricordi d'infanzia. Non potrebbe essere altrimenti per chi ha avuto un nonno pescatore costiero, che dopo il ritiro dal mare aperto si è dedicato alla pesca di anguille nelle acque del Northumberland, affumicandole personalmente nel suo piccolo appezzamento di terra. È da queste radici familiari che nasce l'ossessione - chiamiamola pure così - di Michael per il pesce e i frutti di mare, una passione che oggi porta in tavola nel suo ristorante, trasformando ogni piatto in un omaggio alle acque scozzesi.
Un impero gastronomico costruito su scampi e ostriche
Al The Pierhouse, Michael guida nove cuochi in una celebrazione delle meraviglie dei loch scozzesi. I menu raccontano la storia di cozze e aragoste raccolte da Loch Linnhe e Loch Etive, mentre le ostriche arrivano dai banchi di Loch Creran, appena a 10 minuti dall'hotel - una filosofia del "chilometro zero" che per Leathley non è moda, ma necessità. La filosofia di Leathley è chiara: ingredienti locali, rispetto per la materia prima e una cucina che esalta il territorio senza sovrastrutture."Ovunque possibile, mi approvvigiono di tutti gli ingredienti entro un raggio di 50 miglia (che sono circa 80 km, ndr) dall'hotel", ci tiene a precisare lo chef. Una dichiarazione d'amore verso il territorio che ha scelto come casa, dove vive con la moglie Leva e il figlio Jonas, costruendo relazioni solide con produttori e fornitori locali. "Un ringraziamento particolare va a loro, con cui ho un rapporto del quale vado orgoglioso".
Da North Shields alla gloria scozzese: un viaggio di sapori
La storia di Michael è quella di un “emigrante gastronomico” che ha portato la sensibilità inglese nella cucina scozzese, creando un ponte di sapori tra le due culture. "È un grande onore rappresentare la meravigliosa comunità di Port Appin e fare la mia parte per mostrare il meglio di Argyll a un pubblico ancora più vasto", ha dichiarato dopo aver ricevuto il premio. Un riconoscimento che arriva nel contesto degli Hotels of the Year Scotland Awards, manifestazione giunta alla 22ª edizione che celebra l'eccellenza nell'ospitalità scozzese. Dietro il successo di Leathley non c'è solo tecnica, ma anche cuore: "Questo riconoscimento nazionale non sarebbe stato possibile senza il costante supporto della mia famiglia e del nostro incredibile team di cucina". Parole che rivelano un uomo consapevole che la grandezza si costruisce in squadra.
Con la sua cucina, Michael Leathley dimostra che, in fondo, dietro ogni grande chef, c’è sempre un ricordo, un sapore dell’infanzia che continua a guidarlo. E per Leathley, quel sapore ha il profumo del mare, della legna che arde per affumicare il pesce e di un passato che lo ha portato dritto a essere il miglior chef di Scozia. Non possiamo che attendere con trepidazione quali nuove meraviglie marine ci riserverà in futuro questo figlio di pescatori diventato re dei fornelli scozzesi.
