Una lunga vita in cui i traguardi non sono certo mancati, considerando che un tempo vantava persino il doppio macaron. Tuttavia, oggi El Club Allard chiude per sempre, dopo la perdita della stella Michelin.
La notizia
“Non mi hanno pagato un solo euro", aveva dichiarato il top chef Martín Berasategui prima di abbandonare definitivamente la nave insieme al braccio destro José Mari Goñi. Era il giugno del 2024 e con queste parole entrambi lasciavano l’incarico presso El Club Allard, ristorante insignito della stella Michelin. Oggi quello stesso locale chiude definitivamente i battenti dopo 22 anni di storia; una lunga vita in cui i successi non sono certo mancati, considerando che un tempo vantava persino il doppio macaron (il traguardo fu raggiunto e mantenuto tra il 2007 e il 2018, prima con Diego Guerrero e poi con María Marte).

Il Club era considerato uno dei punti di riferimento dell'alta cucina madrilena, ma aveva perso la stella nell'edizione 2025 della Rossa lo scorso novembre a seguito dell’uscita di scena di Berasategui, ricorda La Vanguardia. Già allora la proprietà, con un comunicato unilaterale, presentava una versione dei fatti molto diversa dal mancato pagamento, affermando: "Lo chef basco e il Gruppo Allard hanno deciso di comune accordo e in modo amichevole di porre fine ai rapporti commerciali intrattenuti nell'ultimo anno". Non pervenute, invece, dichiarazioni ufficiali sullo stop definitivo; ormai da mesi, tuttavia, giravano voci al riguardo nei circoli gastronomici della capitale.

A seguito dei dissapori con il grande chef, la direzione culinaria era stata affidata al giovane Juan Rodero, un madrileno di 25 anni semi-autodidatta cui si richiedeva di "riaffermare l'identità gastronomica del ristorante e restituire l’insegna all'avanguardia al comparto food"- queste le parole spese da El Club Allard in una nota stampa. Senonché lo chef erede di Goñi ha resistito per appena otto mesi, perdendo lungo il cammino l'unica stella Michelin che Berasategui aveva ottenuto un anno prima. E pensare che gli esordi erano stati a dir poco gloriosi: parliamo di un complesso situato al piano principale della maestosa Casa Gallardo, costruita nel 1914 dall'architetto Federico Arias Rey e considerata un capolavoro del modernismo madrileno. Inizialmente il club era riservato esclusivamente ai soci, mentre dal 2003 il ristorante aveva aperto le porte al pubblico, diventando un punto di riferimento per i gourmand locali e stranieri.