A dicembre 2023, Rosina Ostler ha assunto il ruolo di chef del ristorante “Alois – Dallmayr Fine Dining” a Monaco di Baviera. In pochi mesi, la chef due stelle Michelin ha portato un’impronta fresca e innovativa, riflettendo la sua esperienza internazionale e la sua visione personale della cucina. Ostler racconta il suo percorso all’Alois e la missione di ispirare la prossima generazione di chef.
Foto di copertina: @davidmaupile
Un inizio promettente
"In questi sei mesi sono successe moltissime cose", racconta Rosina Ostler a Rolling Pin, riflettendo sul suo primo semestre come chef del prestigioso ristorante di Monaco.
La Ostler ammette di essere orgogliosa dei risultati raggiunti dal suo team in un periodo relativamente breve. "Nonostante le aspettative molto alte che ho su me stessa, sono soddisfatta di ciò che siamo riusciti a ottenere come squadra. Abbiamo trovato una sintonia, creiamo insieme – e ci divertiamo moltissimo".
Oltre le etichette
Nonostante utilizzi ingredienti locali, Ostler rifiuta le definizioni rigide come "bavarese con un tocco scandinavo". Le sue tecniche preferite, come fermentazione e conservazione, rivelano influenze nordiche e un approccio sostenibile.
Il suo stile è piuttosto una fusione unica dei suoi percorsi professionali e delle sue preferenze personali. "La mia cucina è precisa, creativa e audace, soprattutto nell'uso di sapori intensi e combinazioni insolite", spiega. "I nostri ospiti mi confermano che riconoscono chiaramente la mia personalità nel menu", conclude.
Un piatto che racconta una filosofia
Tra i piatti che meglio rappresentano lo stile di Rosina Ostler spicca il capriolo giovane, un maschio di due anni. "Il filetto viene grigliato una volta e servito rosa, mentre con le altre parti dell’animale prepariamo una nduja", spiega.
La nduja è un salume piccante tipico della Calabria, che la chef accompagna con pesche di vigna e tahina, creando un equilibrio sorprendente tra dolcezza, acidità e piccantezza.
Un percorso professionale fuori dagli schemi
Rosina Ostler non è sempre stata una chef. La sua passione per la cucina è nata durante il suo corso di laurea in gestione dei media, quando trascorreva ogni momento libero ai fornelli, condividendo ricette sul suo blog. "Presto ho ricevuto richieste per lavorare come chef privata a feste di compleanno", ricorda. Quella che era iniziata come una passione personale si è presto trasformata in una vera e propria vocazione.
Invece di iniziare subito una formazione da chef, Ostler ha deciso di approfondire il suo percorso accademico con un Master in Food Culture and Communication in Italia. "Visitare i produttori lascia un’impressione duratura: vedere come nascono i prodotti cambia il modo di cucinare", afferma. Questa esperienza l’ha portata, ad esempio, a produrre la nduja nel suo ristorante utilizzando parti dell’animale che altrimenti non verrebbero sfruttate.
Dalle tre stelle norvegesi al ritorno a Monaco
Dopo tre anni in Norvegia, dove ha lavorato come chef nel tre stelle Michelin Maaemo, Ostler ha deciso di candidarsi per il posto all’Alois. Nonostante il prestigio del ruolo, sentiva il bisogno di un ambiente che le permettesse di esprimere pienamente la sua visione culinaria. "Maaemo era troppo limitante dal punto di vista creativo. Mi mancava la libertà necessaria per emergere".
Quando ha saputo che Max Natmessnig lasciava l'Alois, Ostler ha deciso di candidarsi. "Due mesi dopo ho scritto una mail alla direzione gastronomica di Dallmayr e, sorprendentemente, mi hanno risposto che la posizione era ancora aperta", racconta. Questa opportunità le ha permesso di tornare a Monaco, la sua città natale, e di imprimere il suo marchio al ristorante.
Uno sguardo al futuro
Rosina Ostler ha già raggiunto un traguardo importante mantenendo le due stelle Michelin dell'Alois, ma non si accontenta. Tra i suoi progetti futuri c'è l’ampliamento della collaborazione con fornitori locali e la coltivazione di ingredienti in loco.
"Abbiamo creato nove aiuole per erbe aromatiche e fiori commestibili", rivela. Con il suo approccio innovativo, il suo impegno per la sostenibilità e il suo desiderio di ispirare le nuove generazioni, Rosina Ostler sta ridefinendo non solo il menu dell’Alois, ma anche il futuro della cucina fine dining.