Attualità enogastronomica

Dopo 30 anni, lo chef inglese Ugur Vata lascia la cucina: “I ritmi sono troppo pesanti, è tempo di cedere il passo ai giovani”

di:
Silvia Morstabilini
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copertina Ugur Vata

Dopo trent’anni dediti alla ristorazione, Ugur Vata, chef e proprietario del celebre ristorante The Galley a Woodbridge, nel Suffolk, ha deciso di chiudere un capitolo importante della sua vita professionale. Il 16 novembre segnerà l’ultimo giorno di apertura del locale, che sarà successivamente rilevato dai proprietari del ristorante Blue Fig di Bury St Edmunds.

La notizia

Per Vata, la scelta di lasciare non è stata facile, ma necessaria: "Non sono un uomo anziano, ma per via della mia età ho voluto dare l'opportunità a persone più giovani ed entusiaste di portare avanti questo locale", ha dichiarato alla BBC, evidenziando la necessità di un ricambio generazionale nel settore.

La pandemia come spartiacque

La decisione di Vata si inserisce in un contesto più ampio, in cui la pandemia ha profondamente trasformato il mondo della ristorazione.

Ugur Vata Cucina PS
 

Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, lo chef si è mostrato più creativo e motivato che mai, ma ha dovuto fare i conti con i limiti imposti dall’età e dalla salute. "Fisicamente non ce la faccio più: la salute e l’età hanno avuto un grande impatto sul motivo per cui non posso continuare", ha spiegato Vata, sottolineando che il lavoro in cucina è impegnativo non solo a livello mentale, ma soprattutto fisico.

Trent’anni di storia tra Ipswich e Woodbridge

La storia di The Galley ha radici profonde. Ugur Vata ha aperto il suo primo ristorante a Ipswich 30 anni fa, prima di inaugurare una seconda sede a Woodbridge. La filiale di Ipswich ha chiuso i battenti qualche anno fa, e dalla pandemia in poi il ristorante di Woodbridge ha ridotto le sue aperture a due giorni a settimana.

Bajan style Lobster Salt Cod Fritters Ugur Vata PS
 

Questa scelta operativa, pur necessaria, ha reso difficile trovare personale regolare, un problema comune nel settore. Tuttavia, Vata guarda al passato con orgoglio e positività: "Qualsiasi buon operatore, se si impegna e sacrifica, può farcela per 30 anni. Se vuoi lavorare e motivi le persone a lavorare per te, penso che tu sia un vincitore".

Non solo addio, ma anche evoluzione

Il passaggio del testimone a Blue Fig non significa una chiusura totale. I nuovi proprietari manterranno il nome The Galley per il primo mese, prima di imprimere il loro tocco personale. "Hanno una gestione molto valida", ha commentato Vata, fiducioso che il ristorante continuerà a essere un punto di riferimento per Woodbridge e le zone circostanti.

Ugur Vata Galley Dish PS
 

Nonostante l’addio alla cucina del ristorante, Vata non abbandona completamente il mondo della gastronomia. Continuerà infatti a gestire il negozio di gelati The Galley, situato a pochi metri dal ristorante. "Non sto mollando... sto solo appendendo il grembiule dal lato ristorante", ha detto con un sorriso.

Ricordi e gratitudine da tutto il mondo

Uno degli aspetti che Vata ammette gli mancheranno di più sono i clienti che, nel corso degli anni, hanno reso speciale la sua esperienza. "Penso che mi mancheranno molto alcuni dei personaggi che sono entrati nel mio ristorante nel corso degli anni", ha confessato.

Ugur Vata Ice cream PS
 

Il sostegno e gli auguri ricevuti da tutto il mondo, da Hong Kong all’Australia, dagli Stati Uniti a tanti altri paesi, testimoniano l’impatto che il lavoro di Vata ha avuto su una clientela internazionale e affezionata.

Il futuro della ristorazione

La decisione di Ugur Vata è un richiamo per tutti coloro che operano nel settore della ristorazione. Fare spazio ai giovani non è solo un atto di generosità, ma una necessità per garantire un’evoluzione continua.

Ugur Vata Gelati PS
 

Come dimostra il suo percorso, dedicare la propria vita a un progetto può portare grandi soddisfazioni, ma è altrettanto importante riconoscere il momento giusto per lasciare e dare spazio a nuove idee e nuove energie. Con il suo negozio di gelati, Vata rimane un esempio di resilienza e adattamento, dimostrando che reinventarsi è sempre possibile, anche dopo trent’anni di successi in cucina.

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