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A Berlino il “miracolo” di Wilmina: da prigione a hotel con 1 Chiave Michelin

di:
Silvia Morstabilini
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copertina wilmina

Nel cuore di Berlino Ovest si trova Wilmina, un tempo prigione femminile abbandonata per quasi trent'anni, oggi trasformata in uno degli hotel più affascinanti della capitale tedesca. L'edificio, che risale al 1896, durante la Seconda Guerra Mondiale ospitò donne imprigionate per motivi politici. Dopo essere stato utilizzato come centro di detenzione minorile fino al 1985, fu lasciato in uno stato di abbandono fino al 2010, quando venne acquistato da una coppia di architetti. Nel 2022, la struttura ha aperto le porte come Hotel Wilmina e ha ottenuto una Chiave MICHELIN, un riconoscimento di eccellenza.

Un progetto visionario

Gli architetti Almut Grüntuch-Ernst e il marito, esperti di architettura con oltre trent'anni di esperienza a Berlino, si sono posti una sfida ambiziosa: trasformare un luogo intriso di storia difficile in un'oasi di pace. Il loro progetto, racconta la Michelin in uno speciale dedicato, non si è limitato a una semplice ristrutturazione, ma ha voluto rispettare la complessità del passato della prigione, trovando un delicato equilibrio tra conservazione e innovazione. Secondo Grüntuch-Ernst, la tipologia di un penitenziario non è così diversa da quella di un monastero o persino di un hotel”. Da questa riflessione è nata la visione di Wilmina, in linea con altre prigioni trasformate in hotel di lusso come il Four Seasons di Istanbul o il NoMad di Londra.

wilmina Robert Rieger
@Robert Rieger

Una nuova vita per l'edificio

Entrando a Wilmina, si percepisce immediatamente la cura e la dedizione con cui è stata realizzata la trasformazione. La vecchia struttura giudiziaria è stata mantenuta intatta, con la sua facciata rinascimentale e i dettagli in pietra arenaria. Le ex celle sono state unite per creare stanze spaziose e luminose, dove il passato rimane presente nei dettagli: le porte delle celle, aggiornate per rispettare le normative moderne, e le finestre una volta chiuse da grate, ora più ampie e aperte alla luce naturale. Le camere, arredate con tonalità chiare e decori minimalisti, trasmettono una sensazione di tranquillità e accoglienza, arricchite da elementi naturali provenienti dal giardino circostante.

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Un'oasi di silenzio

L'elemento forse più sorprendente di Wilmina è la sensazione di pace e isolamento che si prova una volta varcato l'ingresso. Pur essendo a pochi passi dalla frenetica Kantstraße, una delle arterie principali di Berlino, l'hotel offre uno spazio di serenità, immerso in un giardino incantato dove felci, anemoni giapponesi e alberi di aceto prosperano indisturbati. Il contrasto tra l'interno silenzioso e il caos della città è netto e rigenerante. Questa calma inaspettata era proprio ciò che gli architetti avevano immaginato quando videro il potenziale del luogo.

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Arte e storia che convivono

Ogni angolo dell'hotel è un tributo al dialogo tra passato e presente. Nei corridoi, si trovano dettagli originali come vecchie porte e maniglie, accanto a opere d'arte contemporanea, come le fotografie di Hans Christian Schink, che esplorano il tema della luce e del tempo. La modernità si fonde con la storia anche nella nuova ala dell'hotel, dove una terrazza con piscina e una vista mozzafiato sui tetti di Berlino offrono agli ospiti un'esperienza unica. Il contrasto tra il vecchio e il nuovo è gestito con maestria, creando un'atmosfera intima e ricercata.

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La cucina di Lovis

Un altro fiore all’occhiello dell’Hotel Wilmina è il ristorante Lovis, capitanato dalla talentuosa chef Sophia Rudolph. La sua cucina, segnalata dalla Guida MICHELIN, attira non solo gli ospiti dell’hotel, ma anche berlinesi curiosi e amanti della gastronomia. Rudolph propone piatti creativi che celebrano la freschezza degli ingredienti e la varietà dei sapori, come radici servite con crema acida o il flan di mais croccante accompagnato da salsa jalapeño. Il ristorante Lovis è un punto d’incontro tra tradizione e modernità, proprio come l’hotel che lo ospita.

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Un luogo di rinascita

Il Wilmina non è solo un hotel, ma un esempio di come l’architettura possa dare nuova vita a un luogo segnato da un passato doloroso. La ristrutturazione durata dieci anni ha permesso alla famiglia Grüntuch Ernst di creare uno spazio che offre agli ospiti non solo lusso e comfort, ma anche la possibilità di riflettere sulla storia del luogo. Le sue stanze eleganti, il giardino segreto e l’arte che decora ogni angolo trasformano Wilmina in un rifugio di pace e bellezza nel cuore di Berlino. Questo progetto è la prova che anche gli edifici con un passato complesso possono essere reinventati, conservando la loro memoria, ma al tempo stesso proiettandosi verso il futuro.

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