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Matthias Ruhl, l’uomo che ha visitato tutti i 145 tristellati: “I gourmet ora più accessibili”

di:
Elisa Erriu
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copertina matthias ruhl

Il primo incontro con un ristorante tre stelle avvenne nel 2007, al The French Laundry, ma poi Matthias Ruhl li ha visitati tutti, raccontandoli sul suo blog Travels For Stars.

La storia

La passione per la cucina di alto livello è spesso riservata a pochi. Ma c’è chi ha reso questa passione una missione: visitare tutti i ristoranti premiati con tre stelle Michelin nel mondo. Matthias Ruhl, con la sua curiosità insaziabile per la gastronomia d’autore, ha realizzato un’impresa che ha dell’incredibile, riuscendo -appunto- a mangiare nei 145 ristoranti al top del punteggio della Rossa sparsi tra vari continenti. Nato a Friburgo nel 1973 e trasferitosi negli Stati Uniti per lavoro, Ruhl non ha sempre avuto un rapporto stretto con la cucina raffinata. Cresciuto in una famiglia dove regnava sovrana la pizza surgelata, il suo amore per il cibo è sbocciato solo dopo il trasferimento in California, soprattutto con l’uscita della prima edizione locale della prestigiosa guida nel 2006.

matthias ruhl ritratto
 

Il primo incontro con un ristorante tre stelle avvenne nel 2007, al The French Laundry, icona della cucina mondiale a Yountville. Ruhl racconta di essersi sentito sopraffatto da quella prima esperienza, quasi come se non riuscisse a cogliere appieno la complessità dei piatti. Ma la sua curiosità non si è fermata e, nel corso degli anni, ha affinato il palato, trasformandosi in un vero e proprio esploratore culinario che racconta i propri tasting sul blog www.travelsforstars.com, condividendo l'esperienza a cena prevalentemente con la moglie. Visitare tre stelle Michelin giorno dopo giorno non è un’impresa facile, neanche per un appassionato come lui. Mangiare menu degustazione per molti giorni consecutivi richiede una resistenza fisica non indifferente, tanto che anche critici di fama mondiale, come una nota penna del New York Times, hanno dovuto abbandonare ritmi così serrati.

copertina pete wells
Il critico Pete Wells

Ruhl ammette di essere riuscito a mantenere il passo solo grazie al jogging e a pause alimentari strategiche. Al magazine Rolling Pin racconta di una volta in cui ha visitato otto ristoranti in altrettanti giorni, una maratona che lo ha portato a digiunare durante il resto della giornata per poter affrontare ogni pasto con la giusta attenzione. Un aspetto interessante del viaggio di Ruhl è l’accessibilità che ha riscontrato in molti ristoranti stellati. Spesso si tende a immaginare che tali locali impongano dress code rigorosi, o che vi sia un’aria di formalità quasi intimidatoria. Al contrario, Ruhl sottolinea come in molti gourmet le cose siano cambiate: "L'alta cucina sta diventando sempre più accessibile. Il pubblico non è solo over 60, ma vi si recano sempre più giovani. Inoltre, stanno quasi sparendo ristoranti in cui sono richiesti abiti e cravatte: al massimo si richiedono le giacche". Specialmente in California, capita che ci si possa presentare persino in jeans e t-shirt.

matthias ruhl e la moglie 2018 robuchon au dome
 
Matthias ruhl 2018 ultraviolet
 

Durante il suo lungo percorso gastronomico, Ruhl ha viaggiato in tutto il mondo, scoprendo le differenze tra le cucine stellate delle varie culture. In Asia, ad esempio, si è trovato in un ristorante italiano che, pur avendo tre stelle Michelin, non avrebbe mai ottenuto la stessa valutazione in Italia. Questo riflette come la cucina si adatti ai gusti locali, talvolta a discapito della percezione di chi proviene da altre culture. Tuttavia, per Ruhl, l’essenza della cucina stellata risiede nella filosofia che ogni chef cerca di trasmettere attraverso i propri piatti, che si tratti di influenze francesi, asiatiche o della sempre più popolare cucina nordica.

matthias ruhl 2019 le louis xv
 

Tra i suoi preferiti, il food blogger cita ristoranti come Alinea a Chicago, Martín Berasategui in Spagna e il Waldhotel Sonnora in Germania. Tuttavia, è la Svizzera il paese che, secondo lui, offre il miglior rapporto qualità-prezzo per quanto riguarda i ristoranti tre stelle. Qui, locali come Cheval Blanc e l’Hôtel de Ville non lo hanno mai deluso, mantenendo un livello costante di eccellenza culinaria. Visitare ogni tre stelle Michelin del pianeta potrebbe sembrare il fine ultimo per un appassionato di alta cucina, ma per Ruhl non è così. A differenza di chi scala tutte le vette più alte del mondo e poi non ha più nuove sfide, il mondo della gastronomia stellata è in costante evoluzione. Ogni anno nuovi ristoranti raggiungono l’ambito riconoscimento, e Ruhl non ha intenzione di fermarsi. 

matthias ruhl e la mogle
 

Quello che il food writer ha dimostrato è che l’amore per la buona tavola può spingere a viaggiare, scoprire e assaporare il mondo in modi che molti possono solo sognare. E la sua avventura è la prova che la cucina, quando è fatta bene, non è solo un’esperienza sensoriale, ma un vero e proprio viaggio nell’anima di chi la crea.

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