Parla David Boyd, chef privato al soldo di personaggi noti. La paga? Soddisfacente, ma include anche spesa, pulizie e piani dietetici personalizzati.
La notizia
Essere uno chef privato per una clientela d'élite significa non solo soddisfare gusti raffinati, ma anche far fronte a esigenze dietetiche specifiche e tempistiche rigide. David Boyd, personal chef con attestazioni di rilievo e proprietario di Down to Earth Cuisine, ha dichiarato a gobankingrates.com che i suoi clienti investono tra 2400 e 3200 dollari (2200-2900 euro) al mese per garantirsi il lusso di pasti gourmet preparati su misura. Questa cifra, va detto, copre una serie di servizi, tra cui la pianificazione del menù, la spesa per reperire ingredienti spesso biologici e di alta qualità, la preparazione di piatti che spaziano da cene familiari a semplici a banchetti elaborati, e persino la pulizia della cucina con relative stoviglie.
Il tempo, come sappiamo, è denaro, e per molti benestanti delegare la preparazione dei pasti a uno chef privato permette di recuperare preziose ore da dedicare alle proprie priorità. Ma questo lusso va oltre la semplice comodità: è un investimento nella propria salute e nel benessere. Elaborando regimi alimentari personalizzati che rispondono a specifiche necessità mediche o preferenze gustative, un cuoco privato può trasformare il modo di mangiare del cliente, creando piatti nutrienti e bilanciati che rispettano le indicazioni di dietologi e medici.
Ma cosa amano mangiare i facoltosi destinatari del servizio? L'attenzione agli ingredienti è massima e i clienti di Boyd non si accontentano di meno che il meglio: dalla carne wagyu al granchio Dungeness fresco, fino a prodotti biologici di nicchia e le spezie esotiche. Questo livello di attenzione e personalizzazione è ciò che rende unico il lavoro di uno chef privato, capace di trasformare ogni pasto in un’esperienza culinaria su misura.
Certo, non è solo una questione di nutrimento, ma anche di stile di vita. Il costo della vita stesso, inferiore del 40-50% rispetto a città come Dubai o Abu Dhabi, rende luoghi come Ras Al Khaimah, dove Boyd opera, una scelta ideale per chi cerca un equilibrio tra lusso e sostenibilità economica. Tuttavia, la competizione per attrarre talenti nel settore dell'ospitalità è agguerrita. Michel Nader, vicepresidente di Marriott per gli Emirati Arabi Uniti, ha sottolineato come Ras Al Khaimah debba fare i conti con la reputazione consolidata di Dubai, un mercato che molti aspiranti chef vedono come il trampolino di lancio verso una carriera prestigiosa.
Questa realtà competitiva spiega perché le aziende di hospitality come RAK Hospitality Holding stiano investendo in infrastrutture come campus residenziali per il personale (ve lo abbiamo raccontato qui). La personalizzazione, d'altronde, è la chiave in questo settore: uno chef privato deve essere in grado di soddisfare non solo le esigenze alimentari, ma anche i gusti e i capricci di una clientela esigente. Dalle cene informali ai banchetti sontuosi, la flessibilità e la dedizione sono qualità imprescindibili.
Il mercato per gli chef privati è in crescita, e con esso le aspettative dei clienti. Non si tratta solo di cucinare, ma di creare un'esperienza completa che rispecchi il gusto, lo stile di vita e le esigenze di chi può permettersi questo tipo di servizio. Non sorprende, quindi, che il costo per questo livello di servizio sia elevato. Come evidenziato in un articolo di Food and Wine alcuni chef privati possono guadagnare tra i 500 e i 1200 dollari al giorno, un investimento che i ricchi considerano fondamentale per mantenere il loro stile di vita senza compromessi, godendo al contempo dei benefici per la salute e del piacere di pasti gourmet serviti comodamente a casa.