Neil Mossberg, navigato imprenditore americano, ha avuto un’idea meravigliosa per abbattere i costi e le bollette del settore: un ristorante di frutti di mare senza sala, che spera di tenere aperto anche durante i rigidi inverni newyorkesi col semplice ausilio di tende e ombrelloni sull’East River.
La notizia
Si sa, con la pandemia le abitudini sono cambiate e in tanti si sono abituati a mangiare all’aperto, su tavolini sparsi caoticamente negli spazi pubblici. Non ci si aspettava, tuttavia, di iniziare a vedere locali privi di sale, come accade a South Street Seaport, antico distretto portuale di New York. Qui Neil Mossberg, già direttore creativo del marchio di moda County Seat, catena da 600 punti vendita, attualmente alla testa del magazine Frank151 e di Nexwrk, che aiuta le imprese a entrare in connessione, ha avuto un’altra idea delle sue.
Si tratta di Cobble Fish, localino consacrato ai frutti di mare, aperto in partnership con i ristoratori Victor Chan e Renee Lee, dove appunto ci si siede esclusivamente sotto grandi ombrelloni azzurri. Di fatto l’impressione è quella di trovarsi nel cortile di una casa privata, punteggiato di divanetti e di lunghi tavoli serrati che possono ospitare fino a 200 persone direttamente sull’East River. La novità è che la formula non cambierà fra pranzo e cena, estate, inverno, autunno e primavera. Sembrerebbe una follia, considerato il clima della città, tanto piovoso nella bella stagione, quanto rigido attorno a Natale (per quanto da due anni abbia nevicato ben poco, forse a causa del climate change).
Mossberg taglia corto: per lui chi non risica, non rosica. “Gestiamo la pioggia con ombrelloni e tettucci, soprattutto con una bella offerta di drink”, dichiara a Forbes. Mentre per gli eventi privati sono pronte delle tende in affitto. “Se il clima sarà caldo fino alla fine dell’anno, resteremo aperti. Se invece diventerà troppo freddo, i tubi si congeleranno, costringendoci a chiudere”. Anche se l’idea è quella di esplorare ogni strategia possibile per non abbassare le serrande. I vantaggi sono evidenti: le bollette di un ristorante all’aperto sono irrisorie, anche perché non comprendono il condizionamento.
Ma per Mossberg, che vive in zona, ha presieduto un’organizzazione non profit per la sua salvaguardia ed è nipote di un ristoratore che faceva la spesa nel distretto, il richiamo è anche sentimentale. Si tratta di creare un posto caratteristico, frequentato da gente del luogo, improntato a un’atmosfera di vero vicinato. “Mi piace essere un underdog perché sono spesso sottovalutati. Non siamo una catena, non abbiamo un grande arsenale, ma possiamo imporci”.
Il menu si compone in gran parte di piccoli piatti chiamati “nibbles”, facili da portare via; ma ci sono anche portate più sostanziose, come fish and chips o lobster rolls, da accompagnare con birre o cocktail, spesso sul tappeto sonoro di un dj set. La chiave del successo con giovani, turisti e uomini d’affari? “Dell’ottimo cibo e la connessione con la comunità, motivo per cui abbiamo salsa il martedì e country western il mercoledì”.