Gli chef e i loro locali non c’entrano nulla: i bagarini sono diventati gourmet, dagli stadi ai ristoranti, e “vendono” cene nelle insegne più blasonate a caro prezzo. Tutto per accaparrarsi il tavolo “saltando la fila”.
La notizia
Infinite liste d’attesa e sveglie puntate per essere i primi a fiondarsi sui siti web e prenotare un tavolo nel ristorante dei propri sogni, a Londra, sono ormai pane quotidiano. Oltremanica, infatti, sta spopolando Appointment Trade, una piattaforma (ma non è l'unica, beninteso) che consente alle persone di scambiarsi prenotazioni per ristoranti, hotel e bar, riporta il Daily Mail. Ora, quindi, i bagarini nel Regno Unito non solo sono passati dagli stadi ai ristoranti, ma sono diventati pure virtuali.
Alla base di questa “rivoluzione”, infatti, c’è un software che utilizza i bot per scandagliare migliaia di ristoranti online e prenotare posti vacanti su siti web come OpenTable, Resy e Tock. Gli scalper -bagarini- prenotano il maggior numero di tavoli disponibili utilizzando nomi e contatti fasulli per poter, poi, rivedere le prenotazioni su Appointment Trader a prezzi a dir poco esorbitanti; prezzi che spesso superano (incredibile) il costo del pasto nel ristorante.... Qualche giorno fa, ad esempio, la prenotazione di un tavolo per due persone per il prossimo 17 Maggio al Notting Hill's Core di Clare Smyth è stata venduta per 403 sterline (tra i 460 e i 470 euro al cambio attuale) quando il menu degustazione più caro del ristorante, il “Core Season”, ne costa 245.
Un sistema che è a dir poco un paradosso; i prezzi sono spropositati e non riguardano solo il tristellato della Smyth, ma la maggior parte dei ristoranti fine dining della capitale inglese. Una prenotazione al Novikov di Mayfair costa 220£; un’altra per due al River Cafè qualche giorno fa era in offerta a 284 £; un’altra ancora per Maggio al Gymkhana a Mayfair viene venduta a 256£. I ristoratori sono spesso inconsapevoli di queste dinamiche e, in ogni caso, non hanno alcun modo di intervenire, in quanto è un sistema del tutto indipendente da loro.
Molto probabilmente la stessa Clare Smyth -prima donna a ricevere tre stelle Michelin nel Regno Unito- che ha fatto del cibo naturale e sostenibile il suo cavallo di battaglia, non approverebbe assolutamente questo sistema. Di questo avviso è anche James Chiavarini, responsabile del ristorante Il Portico a Kensington, che al Times ha dichiarato: “Tale stato di cose è deprimente, i ristoranti sono un business guidato da una cerchia di speculatori”. Viene da chiedersi: è davvero utile un sistema di questo genere? Non è forse vero che “l'attesa del piacere è essa stessa il piacere”? Rimpiangiamo i tempi in cui questo motto era realtà.