Sarà un’esperienza unica, tanto per lo chef Rasmus Munk che per i suoi sei ospiti, quella che si svolgerà a bordo della navicella Neptune: un pasto d’avanguardia servito direttamente in orbita. “La mia ambizione è fondere la gastronomia con l’arte e la scienza, per sensibilizzare il pubblico su tematiche sociali e ambientali”.
La notizia
Deve essere un vizio per Rasmus Munk, chef e socio del bombastico Alchemist a Copenhagen, quello di spostare le frontiere. Ancora, tuttavia, non si era spinto oltre il suolo terrestre. Lo fa in partnership con SpaceVip, compagnia che si occupa di esperienze “stratosferiche”: nel 2025 i facoltosi commensali si godranno il loro pasto stellare a bordo della navicella Neptune, con vista panoramica sullo spazio.
Il Neptune è un veicolo di lusso a forma di mongolfiera, il primo a emissioni zero nella sua categoria, e potrà accogliere sei ospiti, senza necessità di training specifico e con la possibilità di usufruire del WIFI, inviando dirette e restando in contatto con i propri cari; l’esperienza si svolgerà completamente in orbita. L’abbigliamento per l’avventura sarà fornito dalla casa di moda Ogier, che impiegherà per le sue confezioni su misura tessuti all’avanguardia, idonei alle condizioni estreme. Il viaggio, che durerà 6 ore, partirà dalla Florida e costerà 495mila dollari; l’intero ricavato sarà devoluto alla Fondazione Space Prize, il cui fine è promuovere l’uguaglianza di genere nella scienza e nella tecnologia.
Gli assaggi sono stati messi a punto dal laboratorio del ristorante in collaborazione con il Media Lab e la Space Exploration Initiative del MIT (Mussachusetts Institute of Technology). Ne fa parte “Memory of Sakura”, dedicato allo scorrere delle stagioni sulla terra e ispirato alle nostalgie di due astronauti giapponesi per la fioritura dei ciliegi, contemporaneamente in corso a distanze siderali: quindi il fiore in conserva dentro una sfera del suo tè, per un mix di poesia e di tecnica. Ma ci saranno anche piatti sulla storia dell’esplorazione dello spazio negli ultimi 60 anni e sul suo impatto scientifico e filosofico. Il tutto mentre va in onda lo spettacolo dell’alba sulla distesa degli oceani e delle terre emerse.
Vedere la terra da lontano sarà anche l’occasione per interrogarsi sulla posizione e sul ruolo dell’uomo nei suoi confronti, secondo i precetti di una cucina “olistica”. La stessa sala principale di Alchemist, con la sua cupola monumentale, sarebbe stata ispirata dalla visione del planetario di Amsterdam da parte di Munk bambino. “La mia ambizione è quella di fondere la gastronomia con l’arte e la scienza, in modo da sensibilizzare il pubblico su tematiche sociali e ambientali”, dichiara lo chef. Si chiama “Overview Effect”: in pratica la vista della terra sullo sfondo dell’oscurità ci ricorda che viviamo tutti, letteralmente sullo stesso pianeta e i nostri destini sono interconnessi, riportandoci alle nostre responsabilità attraverso una trasformazione delle coscienze.