Conosciamo Rasmus Munk come lo chef alla testa di un ristorante senza eguali al mondo per potenza economica e mezzi espressivi, Alchemist a Copenaghen. Ora arriva Spora, centro di innovazione dedicato alla ricerca sul cibo sostenibile, destinato a rivoluzionare l’industria alimentare.
La notizia
A Rasmus Munk non bastava il quinto posto nella classifica di The World’s 50 Best Restaurants, raggiunto non senza provocazioni anche grazie a una potenza economica impareggiabile, che gli consente di trasformare qualsiasi fantasia in realtà.


Che fosse sensibile alle ragioni anche mediatiche della filantropia, al di là dei prezzi implacabili del suo due stelle, lo aveva già messo in chiaro sfamando indigenti in giro per tutta la Danimarca attraverso la fondazione “JunkFood”. Ora, dopo numerose collaborazioni accademiche volte a sviluppare cibi e tecnologie innovativi, compie un passo ulteriore fondando il centro di innovazione “Spora”, che si propone senza mezzi termini di cambiare il mondo.


A suo giudizio sarà la ricerca del gusto a orientare la tecnologia verso lo sviluppo di prodotti nutrienti e sostenibili, che la gente vorrà davvero mangiare, innescando il cambiamento globale. “Sono fermamente convinto che possiamo sfruttare la vivacità e l’inventiva del ristorante, rendendole accessibili al pubblico”, scommette. Del resto Alchemist trasforma da sempre in ricercatezze gourmet quelli che l’uomo della strada considererebbe scarti o immondizie, come meduse, farfalle allevate, cervelli, trachee e ultimi quarti vari.


A pompare denaro hanno provveduto Claus e Bente Christiansen, coppia di scienziati che trent’anni fa ha fondato il centro di ricerca Nordic Bioscience, con un investimento iniziale di 10 milioni di corone danesi, pari a un milione e trecentomila euro sonanti. “Crediamo fermamente in questo modello di business e che Rasmus Munk sia la persona giusta per implementarlo”.

Ma a parte una quota detenuta dal ristorante stesso, il proprietario di maggioranza è il solito miliardario Lars Christensen, a detta del quale la scoperta di nuovi mezzi per nutrire il pianeta sarebbe la massima urgenza dei nostri tempi. Nello specifico le prime problematiche affrontate saranno il riciclo degli scarichi dell’industria alimentare e lo sviluppo di nuove fonti proteiche.

Nelle attività del centro, basato a Refshaleøen, nel porto di Copenaghen, dentro una costruzione moderna estesa su mille metri quadrati, saranno coinvolte in chiave multidisciplinare figure di punta provenienti da mondi diversi: l’arte, la gastronomia, l’economia, la scienza e la tecnica. Disporranno di cucine super attrezzate, laboratori scientifici e studi per la progettazione in 3D. Un battage che di certo proietterà ancora più in alto il ristorante danese.