Nella sua vita precedente Chutatip Nok Suntaranon era un’assistente di volo. Ora è la migliore cuoca dell'Atlantico Centrale secondo la James Beard Foundation. A regalarle la fama il ristorante Kalaya di Philadelphia, dove serve specialità della Thailandia del sud.
La storia
Chupatip Nok Suntaranon non passa inosservata in cucina: innanzitutto per la sua eleganza. Questa affascinante donna matura, che si è messa ai fornelli a quarantotto anni, indossava abiti di alta moda sul lavoro, finché qualcuno non le ha fatto notare che erano pericolosi in quanto infiammabili. Ed è tuttora charmante quando fa il giro dei suoi tavoli, chiedendo agli ospiti come migliorarsi (lo fa anche ricontattando chi ha recensito il suo Kalaya senza entusiasmo, nel tentativo di carpirgli qualche consiglio). “La gente commette errori. Impara, ascolta e migliora. I miei piedi toccano ancora terra, so di non essere perfetta e so che c’è ancora molto spazio per migliorare. Non saremo mai troppo bravi”, spiega ad Insider.
“Non mi sento mai così bene come quando vado al ristorante”, sorride. Eppure nella sua vita precedente faceva tutt’altro, per quanto il cibo sia sempre stato molto importante per lei. A cinque anni già vendeva con la madre, cui ha dedicato il locale, la pasta di curry al mercato di Yan Ta Khao, mentre il padre lavorava come amministratore in un ospedale e autotrasportatore in proprio. Aveva però il vizio del gioco d’azzardo, tanto che a un certo punto la famiglia perse la sua casa. “Mia madre è il mio eroe”, dice ricordando la sua lotta quotidiana per assicurare ai figli un tetto, non far mancare loro nulla, mettere insieme il pranzo e la cena.
Un rifugio era la biblioteca, dove si riparava in cerca di emozioni, spesso compulsando libri di cucina e fantasticando sul possibile gusto delle preparazioni. Poi c’era la nonna paterna, che arrivava in visita carica di leccornie da Bangkok, quando non cucinava in prima persona, per esempio i dumpling, esplosioni di gusto in un piccolo morso, che lei continua a emulare sotto sembianze ornitologiche (Nok, uccellino, è il suo soprannome). Con lei, sempre “supercool e sofisticata”, si era trasferita in una pensione durante gli anni della scuola secondaria.
Un’altra passione era il viaggio, tanto che Suntaranon ha lavorato come hostess per quasi due decenni, prima per Kuwait, poi per Thai Airlines, riuscendo ad assaggiare il cibo di tutto il mondo (ma senza mai toccare quello a bordo). Nel frattempo mandava avanti anche una gioielleria con un amico e collaborava all’apertura di un ristorante italiano a Bangkok, Antonio, con il suo ex marito. È stato quando si è risposata con Ziv Katalan, professore dell’Università della Pennsylvania, conosciuto in volo, che ha lasciato il suo lavoro e chiuso Antonio. Senza il suo entusiasmo, dice, non avrebbe mai creduto nelle sue capacità di cuoca.
Dopo gli studi al French Culinary Institute di New York, stage ed esperienze in diversi ristoranti americani, eccola cucinare per amici e vicini, prima di cercare un posto suo nel quartiere di Bella Vista a Philadelphia e trasferirsi dopo la pandemia in una location più ampia, un ex magazzino capace di 183 coperti a Fishtown. Da lì un crescendo: nominata per diversi premi della James Beard Foundation, l’oscar americano della cucina, ha infine portato a casa quello quale migliore chef dell’Atlantico centrale. “Ma io non mi considero tale. Sono una cuoca, una donna di mezza età che ama le cose buone e le materie eccellenti. Mi piace cucinare e condividere. Non mi sbagliavo a portare il miglior cibo thailandese a Philadelphia. Non mi sbagliavo a non cambiarlo per nulla. Sono fiera che oggi sia riconosciuto a livelli così alti. Ciò che voglio, è cucinare qualcosa di buono per la gente di qui”.
Foto di copertina: @Kae Lani Palmisano