Il 30 settembre cadrà l’ultimo servizio di Momofuku Ssäm Bar, ristorante che ha fatto la storia della ristorazione a New York. Sempre più distante dalle cucine e concentrato su podcast, serie e prodotti pronti a marchio, David Chang resta alla guida di 5 locali negli Stati Uniti.
La notizia
Niente dura in eterno, tantomeno in cucina, regno dell’impermanenza per definizione. Fa notizia, tuttavia, che a chiudere sia un locale che ha fatto la storia della ristorazione newyorkese degli ultimi due decenni: Momofuku di David Chang, il cui ultimo servizio, come annunciato sui social, si svolgerà il prossimo 30 settembre. Aperto nel 2006, è alla sua seconda serrata, che pare però definitiva.


“Saremo sempre grati alle brigate di oggi e di ieri, che hanno reso questo ristorante speciale negli ultimi 17 anni”, recita il post su Instagram datato 8 settembre. “È difficile sopravvalutare l’impatto che Ssäm Bar ha avuto su Momofuku e oltre. Ssäm Bar è dove abbiamo preparato i nostri primi Bo Ssäm e anatre e abbiamo incontrato così tante persone, che restano tuttora parte della famiglia. Noi crediamo nel cibo come mezzo per entrare in relazione, iniziare conversazioni e sfidare lo status quo. Questo ethos è stato vero al SSäm Bar fin dal primo giorno al civico 207 di Second Avenue e continuerà a vivere in tutto ciò che faremo attraverso il Momoverso nel futuro”.

Era il maggio 2020 quando, nel tentativo di tamponare l’emorragia finanziaria causata dalla pandemia, il gruppo fu rivoluzionato: a causa della scadenza del contratto di affitto, Ssäm Bar a East Village, fino a quel momento in attivo, si sarebbe trasferito e fuso con il Bar Wayō a Manhattan, in una sede destinata a far rimpiangere la precedente allure bohémien; chiudevano invece per sempre il concept italo coreano Nishi a Chelsea e la sede di Washington.

La cucina restava dirompente nel suo mix panasiatico di alto e basso, che per la prima volta portava nella Grande Mela i profumi della gastronomia coreana. Una proposta per tutti, tanto in termini di prezzi che di attrattività e di stile. “La mia reazione iniziale è quasi da bulldozer, solo per vedere che succede, perché è il modo in cui sono fatto, poi rifletto ex post su cosa avrei potuto rompere”, si giustifica Chang, passato addirittura per le brigate inamidate di Daniel Boulud.

L’espansione intercontinentale del gruppo, bruscamente arrestata dalla pandemia, ha portato come accennato alla chiusura di diverse location, mentre ha sempre più preso piede la vendita di prodotti confezionati come gli spaghetti istantanei; lo stesso Chang ha delegato in cucina, dedicandosi piuttosto a podcast e serie TV. Restano aperti tre locali a New York (Noodle Bar, Ko e Bäng Bar), Momofuku a Las Vegas e Majordomo a Los Angeles.
Foto di copertina: @Wall Street Journal
