Autentica istituzione della gastronomia spagnola, Casa Botin detiene il record di ristorante più antico del mondo con quasi tre secoli di storia. Qui Goya faceva il lavapiatti ed Hemingway non mancava di gozzovigliare quando passava da Madrid. Ma il suo maialino segoviano è ancora un trip per locali e turisti.
Se Madrid non ha mai smesso di cambiare negli ultimi tre secoli, c’è un luogo che è rimasto un punto fermo nella geografia dei suoi riti. Parliamo di Casa Botin, qualcosa di più di un ristorante. Si dice che qui Francisco Goya abbia lavorato come lavapiatti; ma nel tempo a tavola si sono seduti scrittori come Graham Greene, Truman Capote ed Ernest Hemingway, tutti habitué del locale, vincolati da un sentimento di amicizia ai proprietari. Quest’ultimo, in particolare, ne ha fatto menzione in due opere, Muerte en la tarde e Fiesta.
Secondo il Guinness dei Primati è il ristorante più antico del mondo, ininterrottamente attivo dalla fondazione nel 1725. Senza alcun segno di declino, visto che i suoi arrosti sono un’icona intramontabile, che attira gourmet madrileni e clienti da tutto il mondo. L’edificio in calle Cuchilleros, nelle vicinanze di Plaza Mayor, è registrato negli archivi fin dal 1590, appena tre decenni dopo la proclamazione della città a capitale del regno. Qui Candido Remos, cugino del cuoco francese Jean Botin, decise di aprire la sua semplice locanda. A quei tempi tuttavia non era consentito servire né carni né vino, per non danneggiare altre corporazioni; per questo motivo durante più di un secolo in tavola andò solo ciò che i clienti stessi portavano, affinché venisse cucinato.
La gestione, tuttavia, non è rimasta sempre la stessa. All’inizio del ‘900 è sopraggiunta la famiglia Gonzalez, tuttora proprietaria, che ha cercato di salvaguardare lo spirito dei luoghi, rispettando le ricette tradizionali e gli arredi originali della locanda, che si snoda su quattro piani meritevoli di visita solo per l’atmosfera. Difficile tuttavia resistere al delizioso maialino segoviano e ai succulenti agnelli arrostiti secondo l’uso castigliano.
La materia prima, proveniente dalla zona vocata di Sepulveda, Aranda e Riaza, è già eccellente, ma viene esaltata da un know-how secolare. I segreti sono due: la marinatura con grasso di maiale, vino bianco, pepe e aromi e il magnifico forno a legna bordato di antiche maioliche, che è rimasto invariato dalle origini. Ma la carta comprende anche piatti di pesce, specialità cittadine come la trippa e i calamari, zuppe calde e fredde, tapas, salumi e insalate.
Fonte: Infobae.com
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Foto: @Casa Botin