I protagonisti dell'enogastronomia Top Chef

Yannick Alléno, dal bistrot di famiglia alle 15 stelle Michelin: storia di un mito

di:
Alessandra Meldolesi
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Aprirà questa estate il primo ristorante londinese dello star chef Yannick Alléno. Il format è quello accessibile dei Pavillon. “Ci sono così tanti ottimi fornitori in Inghilterra, la carne è fantastica e il pesce il migliore d’Europa”. Nel frattempo ripercorre la sua storia, dagli esordi ad oggi.

La notizia

Alla fine, dopo tante proposte declinate, anche Yannick Alléno è sbarcato a Londra, per la precisione al Four Seasons Park Lane. “Ogni giorno sono più stressato”, confida. “Londra è una piazza molto dura. Ci sono così tanti chef fantastici e così tanti grandi ristoranti; per aprire qui, devi essere veramente sicuro di te stesso”. I titoli di sicuro non gli mancano, visto che il suo impero gastronomico conta 14 locali e 15 stelle Michelin, da Parigi e Courchevel, dove hanno sede i tre stelle, fino a Monforte d’Alba, Seul e Dubai.


Ovunque ha portato il suo stile: una cucina francese contemporanea, che rivitalizza il repertorio attraverso gli alambicchi delle tecniche contemporanee, come l’estrazione brevettata per le salse. Del resto, i primi passi li ha mossi nel bistrot dei genitori, prima che la nonna lo mettesse ai fornelli ad appena otto anni: la strada era tracciata e l’avrebbe intrapresa con maestri della vecchia scuola come Roland Durand, Martial Enguehard e Louis Grondard di Drouant, prima di iniziare a mietere stelle qua e là. Nel 2014, poi, la partenza in solitaria del Pavillon Ledoyen, nave ammiraglia presto affiancata da due concept meno formali.

@Getty Images, AFP




A Londra, tuttavia, è un’altra storia. “Amo questa città e la sua energia. Ma non mi sentivo pronto per questo mercato. Ora ho 54 anni e penso sia ok; il Pavillon è abbastanza maturo e anch’io lo sono a sufficienza per lavorare qui”. Di fatto la dirigenza Four Seasons stava cercando l’uomo giusto per il suo ristorante d’albergo, raffinato ma informale. Alléno, dal canto suo, proprio negli alberghi si è fatto le ossa e da tempo guardava al brand come un target per il proprio sviluppo. È stato sufficiente il solito giro di incontri e assaggi per chiudere il contratto. “E quando i pianeti si allineano, possono accadere meraviglie”.

Four Seasons Park Lane



L’idea è quella di un ristorante per tutti, come preferenze e come tasche. “Vogliamo restituire il Four Seasons Park Lane alla città. È la stessa cosa che ho fatto al Pavillon Paris, un luogo dove tutti possono incontrarsi e cenare. Pavillon London seguirà la stessa filosofia”. Anche la carta sarà variegata, con piatti quotidiani o adatti alle celebrazioni. Lui parla di “un’espressione inglese della mia cucina francese moderna d’autore”. Largo quindi ai prodotti locali: “Ci sono così tanti ottimi fornitori in Inghilterra, la carne è fantastica e il pesce il migliore d’Europa. Il risultato sarà una combinazione di questi ingredienti con il mio tocco francese”.

Four Seasons Park Lane



Gli stessi ambienti combineranno lo chic parigino con le atmosfere di un club londinese; ci saranno 90 coperti e una saletta privata da 40 con vista su Hyde Park, il bancone stile bistrot sulla cucina a vista e diversi tipi di sedute, per accontentare tutti gli ospiti. Capitolo prenotazioni, Alléno trova disastrosa la digitalizzazione, quando la cara, vecchia telefonata permette di sintonizzarsi, massimizzare l’esperienza ed evitare gli sprechi. “Lavoro per gli ospiti, non per le stelle. E odio parlare di signature, mi rinchiudono in una scatola. La mia firma è rendere le persone felici attraverso il cibo, il vino e il servizio”.

Foto di copertina: @LP, Matthieu de Martignac

Fonte: suppermag.com

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