René Redzepi si appresta a chiudere il suo ristorante entro l’anno 2016. Il futuro del Noma? Ripartire nel 2017 con una urban farm d’avanguardia in periferia.
La Notizia
I progetti di René Redzepi
Non c’è pace nell’alta ristorazione. René Redzepi, trendsetter indiscusso della cucina degli ultimi dieci anni, rivoluzionata dalla voga New Nordic, si appresterebbe infatti a seguire le orme di Ferran Adrià, che chiuse il Bulli all’apice del successo. Lo chef danese starebbe infatti pianificando di servire l’ultima cena del Noma come noi lo conosciamo il 31 dicembre 2016, per poi ripartire nel 2017 con una nuova mission e un nuovo menu: il Noma quale cuore di una “urban farm” d’avanguardia ai margini della città, in quello che al momento si presenta come un magazzino abbandonato e schizzato di graffiti, sulle rive di un lago.
Lo scrive il New York Times in un articolo datato 14 settembre a firma Jeff Gordiner. Redzepi si aggiungerebbe così alle fila degli chef contadini, impugnando la falce come Dan Barber ed Enrico Crippa, sicuramente a modo suo però: al nuovo Noma ci saranno serre sui tetti e campi sopra zattere arati da contadini in servizio a tempo pieno; in cucina significherà stagionalità assoluta, con l’orto a dettare legge sul menu. In autunno selvaggina e prodotti spontanei, in inverno soprattutto pesce, con la bella stagione solo ingredienti vegetali. Chilometro zero per davvero e una nuova spinta propulsiva per la creatività.
Fonte: The New York Times
La fotografia del testo è di Laerke Posselt