Da 150 anni accoglie viaggiatori e clienti affezionati con calore, passione e una cucina in costante evoluzione. Il racconto di una scoperta che parla anche di pregiudizi, ritorni e gratitudine.
La sorpresa dietro casa
Quando il team di Reporter Gourmet mi ha consigliato la cucina di Osteria della Pista, ho inizialmente pensato si trattasse di un’omonimia. Una coincidenza apparentemente troppo grande: non poteva trattarsi dell’insegna che si trova praticamente a dieci minuti da casa mia. Sono tre i criteri fondamentali della notiziabilità, nel giornalismo: vicinanza emotiva, vicinanza culturale, vicinanza geografica. E in questo caso era proprio quest’ultima che mi spiazzava: perché, se vivi in provincia, tutto quello che è vicino spesso ti sembra automaticamente meno interessante. Ma, per fortuna, a noi esseri umani è concessa una grande possibilità: scoprire la novità persino dietro l’angolo. E questo è accaduto, perché da Osteria della Pista si sta bene. Da 150 anni.


Un luogo con radici profonde e visione aperta
Fondata nel 1875 e oggi annoverata tra i locali storici della Lombardia, l’Osteria è un pezzo di storia che vive ancora, e con naturalezza. La gestione attuale è nelle mani della famiglia Taiano da 54 anni. Si vede. Ma non si sente, nel senso che non c’è mai quella retorica del “si è sempre fatto così”. Il nome della trattoria ha radici equestri, legate alla “pista” che un tempo collegava Milano alle scuderie casoratesi. Villa Bocconi, i cavalli, l’aristocrazia milanese in fuga dalla città: sono tutti echi che risuonano nelle sale, nelle camere, nei dettagli di arredamento e nei nomi delle stanze, dedicate a scuderie locali e cavalli celebri. Ma oggi il cliente tipico arriva da un’altra pista: quella dell’aeroporto di Malpensa, a due passi. E così, tra manager in transito, vacanzieri e habitué locali, si respira un’aria ibrida, interessante, cosmopolita e autentica insieme.



L’arte dell’accoglienza, fatta bene e col cuore
Poi ci sono loro: Celeste, Giacomo, Francesca e Silvia. L’accoglienza che offrono è profonda, calda, sorridente, vera. Sembrano amici di famiglia, eppure sono professionisti con la “P” maiuscola. Riescono a mascherare una gestione sapiente dietro una naturalezza composta e luminosa. Ti consigliano con garbo, ti raccontano con passione, si muovono con quella grazia rara di chi sa davvero cosa sta facendo. Ti parlano del posto, dei piatti, della storia. Capisci che questo per loro non è solo un mestiere, quanto più un luogo che hanno scelto di curare ogni giorno. In un mondo di ristorazione sempre più seriale e standardizzata, loro sono osti contemporanei. E ti ricordano cosa significa, davvero, sentirsi ospiti.

Una cucina che conforta, seduce e sorprende
Anche la cucina segue questa filosofia dell’equilibrio tra ambizione e concretezza. È italiana, certo, ma non rigida. Tradizionale dove serve, creativa quando può. Il pesce domina con eleganza, ma anche le pizze hanno un’anima da protagoniste. I padellini d’autore sono imperdibili. La “Patanegra”, ad esempio, è un piccolo capolavoro: impasto ad alta idratazione, lievito madre, pasta alta ma friabile, profumo intenso di grano macinato a pietra. Il topping? Stracciatella di burrata e Paleta di Patanegra de Bellota: un incontro riuscito tra la dolcezza del latticino e la nobiltà del salume iberico.


La “Mediterraneo” è un inno alla leggerezza saporita: pomodoro San Marzano confit, crema di bufala, alici di Cetara, basilico cristallizzato. Ogni boccone ha senso. Poi c’è la “Ricciola”, forse la più spiazzante: padellino nero al carbone vegetale, sashimi marinato, crema di piselli e lime, polvere di pomodoro. Un gioco riuscito tra freschezza e umami, mare e orto.

Tra gli antipasti da provare, La tataki di tonno con gazpacho di melone, melone al sale, salsa di soia e quinoa soffiata al lime è una partenza vibrante e ben calibrata, giocata sui contrasti tra dolce e salato, acidità e tostature.
Impossibile poi non citare i Fiori di zucca ripieni di ricotta, alici di Cetara e limone, serviti su crema di zucchine e menta: aromatici, freschi, irresistibili. Il Polpo scottato con stracciatella, pomodori secchi e crumble di pane al finocchietto è un comfort d’alta scuola. Sapori intensi, consistenze ben dosate, una mano sicura.

Il Risotto con astice, servito con la sua bisque, polvere di prezzemolo e salicornia, è un grande classico riletto con pulizia e intensità marina. Più di terra ma non meno lussuoso il piatto di Tagliatelle al ragù di Fassona, arricchito da zola al tartufo e perlage di tartufo nero: denso, goloso, costruito su strati di sapore che si rincorrono senza appesantire.


Chi cerca qualcosa di davvero diverso può provare il Baccalà marinato alle fragole, con semi di papavero, salsa al basilico e insalatina: fresco, aromatico, capace di sorprendere senza diventare stravagante.
Ottimi anche il Fritto misto e le Costine di maiale CBT con lime, soia e patate viola, piatti che sanno essere veraci e puliti allo stesso tempo. La carta lascia spazio anche alla pizzeria tradizionale, ben eseguita e mai banale. L’impronta è quella di una cucina “da ristorante”, con l’anima da trattoria: una comfort zone che non rinuncia mai al guizzo, che parla chiaro e ha anche qualcosa di nuovo da dire.

La cantina, tra bollicine e storie da raccontare
La cantina va di pari passo: è curata con attenzione e competenza da Giacomo, sommelier e champagne specialist, che ha messo insieme una selezione interessante di etichette italiane, qualche champagne di livello (tra cui Laurent-Perrier) e alcune chicche nascoste, come il Lambrusco metodo classico 36 mesi sui lieviti di Cantine della Volta, o i vini di Cantine Apicella, cantina della Costiera Amalfitana che lavora anche le uve delle vigne di famiglia, originaria di Tramonti. Alla fine, capisci che certi pregiudizi – quelli sulla provincia, sulla vicinanza, su ciò che abbiamo sempre sotto gli occhi – sono da smentire. Osteria della Pista è una sorpresa dietro casa, certo. Ma è anche e soprattutto un luogo dove qualità, attenzione, gentilezza e gusto fanno il loro lavoro ogni giorno, con passione. E quando accade, vale sempre la pena raccontarlo.

Contatti
Osteria della Pista
Via Verbano, 1, 21011 Casorate Sempione VA
Telefono: 0331 295054