Ha staccato il suo dodicesimo tagliando, il congresso di cucina più importante d’Italia, dedicato alla libertà dopo i sanguinosi fatti di Parigi.
La Notizia
Identità golose al via
Ha staccato il suo dodicesimo tagliando, il congresso di cucina più importante d’Italia, dedicato alla libertà dopo i sanguinosi fatti di Parigi. Una reazione, anche, alle contingenze sempre più stringenti attraverso cui si trova a sgusciare l’incontenibile creatività dei cuochi. Quindi la forza visionaria dell’immaginazione e la capacità di osare. E nessuno poteva introdurre il tema meglio di Davide Scabin, genio e sregolatezza dell’avanguardia italiana ormai da vent’anni.
L’etica secondo scabin
“La forza della libertà vuol dire affrontare la propria storia, per non surfare la moda”, ha esordito. Nessun piatto, quindi, ma valori gastronomici e non solo. Cominciando dall’“antropocene”, era segnata dalla presenza dell’uomo sul pianeta. Gli ultimi tre minuti (disastrosi) nella giornata della storia, che mettono ciascuno, anche i cuochi, di fronte alle proprie responsabilità. “E il cuoco, se non è etico, non è”. Gli ultimi tre minuti della sua biografia sono invece cominciati da un silenzio triennale, per risvegliarsi fra nuove mode, di bucce e di fermentazioni al posto delle spume. Ed ecco una mitragliata di provocazioni: contro l’orto dello chef, mito succeduto al mercato e alla chimica; in favore degli scientifici OGM rispetto al bio; contro il fraintendimento del ruolo della critica. Non è questa, per Scabin, l’etica dei nostri tempi, che richiedono piuttosto di ridurre il consumo di carne per salvare il pianeta. Mangiando ad esempio un burger a settimana al posto di una media di cinque e riducendo in questo modo l’emissione di metano. “Perché libertà è anche creare il futuro”.