L’associazione LaboCuci appena nata ha già portato a casa un importante riconoscimento di pubblico e critica con l’evento Sardinia Street Food Festival.
L'Evento
Sardinia Street Food Festival
Prima uscita pubblica per l’associazione Labocuci, Laboratorio di Cucina Sardegna, in occasione del primo Sardinia Street Food Festival, domenica 20 novembre a Serdiana (CA). Fondata e presieduta da Riccardo Porceddu che oltre alla passione per la cucina sarda ha anche quella per il Sol Levante, tanto da trascorrere in Giappone periodi di studio e approfondimento da cui trarre ispirazione per rivisitare la cucina isolana.



LaboCuci Sardegna è una associazione che attualmente conta 15 giovani chef sardi, e nasce dal gemellaggio con l'omonima Giapponese di Niigata. Un gruppo di colleghi che hanno deciso di unirsi per collaborare e condividere interessi, esperienze e operare insieme per diffondere la cultura della gastronomia sarda. Gli intenti sono dunque quelli di lavorare in sintonia con l'ambiente sfruttando e valorizzando le eccellenze della Sardegna, rispettando stagionalità e sostenibilità.




Il Sardinia Street Food Festival, andato tutto sold uot già una settimana prima dell’evento, in una sola giornata ha visto oltre 1000 persone calcare il prato della location Is Paulis area club di Serdiana, immersa nel verde a una ventina di km da Cagliari, dove opera lo chef Alessandro Taras.



Dopo la presentazione dell’associazione si sono susseguite le degustazioni di cibo da passeggio di qualità preparate dagli chef: Pierluigi Fais, Leonardo Marongiu, Riccardo Porceddu, Alberto Sanna, Davide Bonu, Mauro Ladu, Alberto Iacoboni, Alessandro Taras, Fabio Vacca, Andrea Pani e Fabrizio Fenu.



Nel pomeriggio anche cinque cooking show, dove sono andate in scena la stagionalità, il recupero creativo di ingredienti ‘poveri’, l’uso di prodotti locali, la sostenibilità della cucina stessa.



Concept del Festival appunto il cibo di strada, che costituisce un’importante tradizione culinaria italiana, e in cui in Sardegna non mancano rilevanti esempi, anche nelle fonti storiche ed etnografiche dell’Isola. Il cibo di strada ha tutte le caratteristiche per piacere: è prêt-à-manger, e quindi consente un consumo easy, è gustoso, perché si basa su specialità ricche di salse, fritture e altre leccornie, è democratico, perché si ispira a sapori e profumi della cucina popolare italiana e di altre culture gastronomiche significative; infine è sostenibile, perché solitamente si basa anche su prodotti della cucina ‘povera’, scarti che diventano ghiottonerie grazie al lavoro e alla creatività di cuoche e cuochi.



Tutte le fotografie sono di Alessandro Gherardini