Presentata a Stoccolma la nuova edizione della guida Michelin 2017 per i Paesi Nordici, con molte conferme e qualche novità. Non ci sono nuovi tristellati, ma due ristoranti hanno raddoppiato la stella: Henne Kirkeby Kro (Paul Cunningham) in Danimarca e Vollmers (i fratelli Mats e Ebbe Volmer) in Svezia.
L'Evento
Vento nordico: ecco le nuove stelle Michelin 2017 per la Scandinavia
Terza edizione per la Guida Michelin Nordic Countries. L'edizione 2017 è andata in scena in una affollata sala di un teatro a Stoccolma, in Svezia, complice il responsabile delle guide internazionali Michelin Michael Ellis, che ha preso possesso del palco elogiando la qualità della cucina nordica e più in generale ammettendo che “quando si esce per andare in un ristorante si cercano nuove esperienze, non si parla solo di quello che c’è nel piatto”, è andata in scena la tradizionale distribuzione di Bibendum in miniatura, di stelle e di giacche immacolate agli undici indirizzi finiti nella nel cuore degli ispettori della Rossa per quest’anno.

Diciamolo subito, grosse sorprese non ce ne sono state. Dopo l’exploit di Geranium e Maaemo premiati con la terza stella lo scorso anno, questa è stata la volta di due nuovi bistellati, Henne Kirkeby Kro del vulcanico Paul Cunningham (si trova in una locanda sperduta e magnifica nello Jutland) e Vollmers della coppia di fratelli Mats e Ebbe Vollmer, in quel di Malmoe, Svezia.

Due indirizzi che meritano ampiamente questo riconoscimento. Con la curiosità che Paul Cunningham è passato da zero a due stelle (ma ne aveva una ai tempi di The Paul a Copenhagen) nel giro di un paio di stagioni.

Gli altri ristoranti premiati sono: Imouto a Stoccolma, Dill a Reykjavik (la prima stella in assoluto in Islanda), Ti Tri Ned a Fredericia in Danimarca, Slotskøkkenet (è uno dei ristornati di Dragsholm Slot, prestigioso hotel danese a Hørve), Koks (prima stella sulle isole Faer Oer), Domestic a Aarhus, 108 a Copenhagen, Sture a Malmoe e il norvegese Sabi Omakase a Stavanger.

Come sempre la Danimarca ha giocato la parte del leone, mentre la Finlandia è l’unica nazionale ad essere rimasta a bocca asciutta. Certo è che si è evidenziata ancor più la tendenza, ed è ormai quasi consolidata, di prendere in considerazione anche ristoranti che non sono strettamente legati alla cucina di queste latitudini (o con evidenti basi francesi), ma che si mettono in mostra mescolando le culture, oppure creando suggestivi ibridi che risultano ancor più piacevoli in un ambiente e in una cultura dove design e natura hanno un peso specifico non indifferente quando si tratta di sedersi a tavola.

Così Imouto e Sabi Omakase sono piacevoli sorprese, che dicono di quanto la cultura del cibo del Sol Levante e più in generale quella degli Stati Asiatici sia riuscita a farsi strada nel cuore di queste popolazioni.

A chiusura dell’incontro sul palco si è anche presentato Esben Holmoe Bang, il cuoco tristellato del ristorante norvegese Maaemo (a proposito, di questi giorni è la pubblicazione del libro di Maaemo…) che ha ribadito il suo impegno e la necessità di ridefinire in qualche modo le proprie ambizioni. Come dire, chi si ferma è perduto…