Vini alla mescita, Martini impeccabili e invitanti proposte “a fuoco zero” sono la cifra di questa nuova apertura romana.
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Pantaleo, crudi e cocktail nel cuore di Roma
Nelle fotografie d’inizio ‘900 dell’Archivio Alinari piazza San Pantaleo – slargo creato dall’apertura del corso Vittorio Emanuele II, tra campo de’ Fiori e piazza Navona – appare più ariosa di quanto sia oggi ma tutto sommato ben riconoscibile. Si distinguono, ad esempio, la statua del patriota Marco Minghetti e l’elegante facciata di Palazzo Braschi, che ora ospita il Museo di Roma. Le vetrine all’angolo con via di San Pantaleo, invece, sono quelle della pasticceria Giacomo Protto che diventerà, negli anni ‘60, la sede della casa editrice Gangemi, poi trasferita altrove. Da pochi mesi, quelle ampie vetrine portano il logo serigrafato di Pantaleo-Food Wine Mixology, nuova apertura romana che sembra promettere – accanto al design indovinato, contemporaneo e caldo al tempo stesso, che rende l’atmosfera davvero piacevole – anche molta sostanza.


Dietro c’è la scommessa di una famiglia d’imprenditori fino ad ora dedita a tutt’altro settore – Domenico, Giovanni e Amalia Iozzi, gli ultimi due coinvolti in prima linea nel locale – ma anche l’esperienza e il know-how del sommelier-patron Sergio Frasca, per anni all’Imago dell’Hotel Hassler, e del mixologist Paolo Sanna.

Al centro della proposta di Pantaleo, infatti, ci sono calici, coppe e tumbler: dai vini selezionati da Sergio – proposti anche al bicchiere e scelti per “condurre il cliente in un percorso tra meraviglia e piacere, per regalare un pizzico di gioia e un attimo di relax”, spiega lui – agli ottimi cocktail studiati da Paolo – tra cui tutta l’interessante linea dei Martini aromatizzati o “sporcati” come il Dirty Pantaleo con capperi e cucunci, ma anche grandi classici e drink originali studiati per gli abbinamenti gastronomici – qui si beve alla grande; anche grazie a una cura a dir poco maniacale nella selezione dei distillati e nel servizio che, nel caso dei Martini, va dalla tipologia e temperatura del bicchiere alle olive marinate per osmosi nel Vermouth. “Essendo un cocktail da bere in tre sorsi e basandosi su qualità del gin, del ghiaccio e del servizio, ogni martini deve essere un momento di gioia” spiega Sanna.

Non è un caso che una parete del locale – che si snoda su due livelli tra sgabelli, divanetti e sedie in velluto e un bel tavolo sociale che precede il bancone, mentre al piano superiore ci sono dei tavolini più riservati – ospiti un grande dipinto murale di San Pantaleo, il “santo che non muore” a cui è dedicata la piazza.

Giocando tra simboli, rimandi alla street art e un pizzico d’irriverenza, l’artista Leonardo Spina lo ha però ritratto con il volto del conte Negroni, creatore del celebre cocktail, e contornato da elementi che rimandano all’armonia ricercata dal locale e al “fuoco freddo”, che rappresenta una proposta culinaria giocata per lo più sui crudi e su piatti non cucinati affiancati da alcune proposte calde.

Anche se l’attenzione è puntata sul bere, il cibo non ha affatto un ruolo di secondo piano e la cucina (affidata a una brigata giovane e motivata, con un banco a vista proprio all’ingresso del locale) fa divertire tanto quanto il bancone bar. Un buon esempio? La “pizza liquida”, originale versione del piatto più amato degli italiani che suona dissacrante ma si rivela decisamente godibile: l’impasto è a base di pane raffermo, tostato per replicare l’aroma fumé della cottura al forno a legna e frullato con olio, sale e acqua fino ad assumere una consistenza simile a quella dell’hummus ma mantenendo il sapore originario. A farcirlo solo ingredienti a crudo come pomodoro, burrata, colatura di alici e bottarga in un’insolita versione upgraded della Marinara.
Perfetta per l’aperitivo la notevole selezione di ostriche a cura dell’ostreo-pusher capitolino Corrado Tenace – dalle francesi Marie Morganes N.3 alla Majestic N.3 dall’ Irlanda – come pure le selezioni di salumi e formaggi, provenienti da tutta Italia e oltre, affidate a Francesco Loreti della Formaggeria di piazza Epiro.

Spazio a crudi di carne e di pesce, poi, nel menu della cena (più complesso di quello del pranzo, che punta invece su insalate e sandwich), dall’ottima chevice in chiave mediterranea ai tris di tartare di carne o di pesce, queste ultime in versione alcolica per mantenere il fil rouge con il bancone: salmone marinato con Gin Mare e sale Maldon, gambero rosso con Martini e lampascioni, scampi con uova di salmone e Whisky torbato. L’abbinamento in questo caso è azzardato ma Paolo e Sergio sapranno trovare la soluzione migliore.
Fotografie di Andrea Di Lorenzo
Indirizzo
Pantaleo Food-Wine-MixologyPiazza di S. Pantaleo, 4, Roma
Tel. 06 93572514
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