Chef ben lontani dalla soglia limite dei 30 anni, in certi casi spalle presso ristoranti blasonati quali il Gellius, The Cook o il neo stellato 12 Apostoli.
La Notizia
Giovani, anzi no: giovanissimi. Erano tutti absolute beginners (o quasi) i finalisti di Emergente nord 2018. Chef ben lontani dalla soglia limite dei 30 anni, in certi casi spalle presso ristoranti blasonati quali il Gellius, The Cook o il neostellato 12 Apostoli. Si sono cimentati con due ricette, una libera, l’altra vincolata al mistery box, da cui sono usciti galletto, pane e poco altro. Sformando in condizioni da reality di sopravvivenza piatti stilisticamente più vari che in passato, ma forse anche più comfort e spesso agganciati alla rispettiva tradizione regionale, probabilmente per ragioni anagrafiche.

A distinguersi sono stati non a caso Antonino Micalizzi del Gellius, con la seppia in pilpil delle sue interiora e foglia di cavolo nero pastellato ai ceci, che ricompone uno zimino con uso intelligente del quinto quarto, e Marco Primiceri di The Cook, autore di uno sgombro in carpione alle spezie dalle sembianze spagnole, che rinverdisce la tradizione della giada. Finalmente non destrutturato e freddissimo, come si conviene.


Ma anche Rocco Santon con la sarda fritta in variazione di saor e Giacomo Gaibisso della Locanda dell’Asino di Alassio, interprete della Liguria dimenticata attraverso uno spiedino di interiora di agnello e salvia con crema salata, traslata dal classico cubetto in salsa acidula. Un fritto misto irresistibile, dalle panature diversificate per morso. Il mio piatto del giorno. Per le quote rosa Martina Zuanazzi dei 12 Apostoli con il suo assaggio panasiatico.


L’hanno spuntata in un serrato testa a testa Marco Primiceri, Antonino Micalizzi e Rocco Santon. Parteciperanno alla finale italiana in agenda a Roma per il prossimo mese di ottobre.