Gyoza di coda di bue, nigiri con wagyu, capesante e foie gras: sui social i suoi video durano pochi secondi, ma Marta García è amatissima dalla community online. Il segreto del suo successo.
La storia
C’è chi impasta per necessità, chi lo fa per passione, e poi c’è Marta García, alias Boukie, che ha trasformato il cucinare in un gesto narrativo, un’arte performativa che vibra tra la padella e lo smartphone. A soli 26 anni, questa giovane valenciana è riuscita a mescolare ingredienti e algoritmi con una maestria tale da guadagnarsi il titolo (non ufficiale, ma sentito) di “chef di riferimento per la generazione social”. Il punto di svolta? Un robot da cucina e un Natale in famiglia. Ma partiamo dall’inizio. Aveva dieci anni quando, dopo che sua madre ricevette in regalo un robot multifunzione, Marta aprì il ricettario allegato e cominciò, testarda e gioiosa, a sperimentare ogni singola voce dell’indice. Un percorso che, tra una crema pasticcera e una besciamella, ha acceso una scintilla che si è trasformata in un rogo creativo durante la pandemia. Ma è stato solo quando sua nonna, con gesto di fiducia e forse un pizzico di sfinimento, le affidò la cena della vigilia di Natale che Marta scoprì il suo vero palco: i social. Quel video, girato quasi per gioco, collezionò 11 milioni di visualizzazioni. Da lì, un crescendo di notorietà che ha fatto lievitare non solo la sua community, ma anche il suo ruolo nella cultura gastronomica contemporanea.

Oggi Boukie è seguita da quasi un milione di follower tra TikTok e Instagram, è stata premiata con il TikTok Breakthrough Award e ha abbandonato il grigio delle consulenze aziendali per il technicolor di ricette vibranti e goduriose. Nei suoi video, che raramente superano il minuto, tutto si muove in modo naturale, quasi domestico, ma con un ritmo narrativo che cattura anche i più distratti. La sua forza è proprio lì: far sembrare possibile ciò che spesso intimorisce. “Le persone cercano cose veloci, sane, vere. Se vedono che è semplice, provano”, racconta a El Paìs. Ed è così che piatti apparentemente complessi come nigiri di wagyu con foie gras o crocchette di carbonara diventano accessibili, attraenti, replicabili in pochissimo tempo. A renderla così magnetica non sono solo le mani esperte e le ricette ben calibrate, ma l’aria di confidenza che sa creare con chi la guarda. “È come se un’amica ti parlasse da dietro il bancone”, dice lei stessa. E in effetti, dietro ogni video c’è una sceneggiatura invisibile fatta di sorrisi genuini, dettagli pensati e una capacità rara di raccontare il cibo come fosse poesia. “Sui social il cibo si mangia prima con gli occhi e poi con le parole. È importante che ciò che si dice sia chiaro, ma anche intrigante. Un tartare di manzo è ormai ovunque, ma se ci aggiungi il midollo arrostito, lo fai brillare.”

Nel suo universo creativo, nulla è lasciato al caso. Tiene un quaderno pieno di appunti per le ricette future, idee che potrebbero eclissare il successo della sua celebre tapa con waffle, ricotta e crema di acciughe – “una bomba di sapori dolci e salati che stupisce chiunque la provi”. La pasta fatta in casa, con la sua calma visiva e il suo fascino artigianale, resta una delle sue firme più riconoscibili. E poi ci sono i grandi nomi. Pablo Alborán, Quevedo, Cali & El Dandee: artisti che non solo l’hanno scelta come chef privata, ma hanno deciso di condividere con lei il set digitale di esperienze culinarie diventate virali. Con Quevedo, in particolare, è nata un’amicizia che ha il sapore del brodo buono: lento, profondo e genuino. Hanno cucinato insieme in un video che ha superato i quattro milioni di visualizzazioni e da allora condividono riflessioni, piatti e una visione comune sul cibo come esperienza culturale. Ma non tutto è stato un soufflé ben riuscito. Come molte donne giovani e visibili online, Boukie ha dovuto affrontare critiche sul suo aspetto e sul modo in cui si presenta. “Mi chiamano grassa o troppo magra, criticano come mi vesto… Ma non mi ferisce. So che chi scrive certe cose è solo infelice. Però mi dà fastidio che se un uomo si riprende a torso nudo mentre mangia un panino, nessuno abbia da ridire.” Un’amarezza lucida, che però non ha scalfito il suo slancio creativo.

Le offerte non mancano: libri, ristoranti, menu personalizzati. Ma per ora tutto può attendere. Il suo obiettivo resta quello di crescere nel suo linguaggio, quello dei contenuti digitali, dove tecnica, intuizione e carisma si fondono in un mix che sa di presente ma guarda lontano. “La cucina può ancora essere sorprendente, emozionante. Anche in 40 o 60 secondi, quelli dei miei spezzoni”, dice. E lei, con il suo stile fresco e la sua padronanza del gesto e del racconto, lo dimostra ogni giorno, una ricetta virale alla volta. In un’epoca in cui la soglia di attenzione è bassa ma la fame di autenticità è altissima, Boukie serve su un vassoio d’argento la dimostrazione che il talento, se ben condito, può davvero diventare pop.