Top chef e “imprenditore illuminato”, Tom Kerridge ha creato da solo un piccolo impero gourmet. La sua filosofia? Incentivare i dipendenti con diversi benefits, tra cui la palestra gratis.
La notizia
Pochi sanno che il noto chef televisivo e imprenditore Tom Kerridge ha all’attivo ben 6 ristoranti, un servizio di catering e una sala da pranzo che si può affittare per eventi e cerimonie. Adesso il suo successo è alle stelle, come i due astri che ha conquistato per The Hand & Flowers, ma non è partito dai vertici.Fama e soldi sono arrivati molti anni dopo aver lavorato come lavapiatti e fatto una lunga gavetta nel mondo della ristorazione; proveniva da una famiglia modesta della classe operaia e solo con la tenacia degli esordi si è ritagliato il suo angolo di gloria nel settore. D’atra parte, è stato recentemente nel mirino delle polemiche perché, pur proponendo menu a prezzi accessibili, nel suo pub stellato vende bistecca e patatine a 87£.
In realtà, Kerridge ha sempre messo a disposizione le sue competenze culinarie per combattere l’indigenza che innesca, inevitabilmente, un regime alimentare poco corretto e bilanciato, tentando di dare supporto e anche collaborando con associazioni e privati per istradare le persone verso il cibo sano. Oggi ribatte alle critiche sui prezzi in modo netto, affermando che in qualità di datore di lavoro premia i suoi dipendenti con salari sopra la media nazionale, fornendo loro diversi privilegi e servizi aggiuntivi, tra cui l’abbonamento in palestra.
“Il mio è simile al modello della John Lewis Partnership”, osserva. “Quando arrivano i profitti, il personale ne ottiene una percentuale. Inoltre, il costo del servizio non viene imposto al pubblico come extra. Tutto è integrato nel prezzo in modo che il personale riceva il salario corretto. Se lo trattiamo in modo adeguato, lo staff ci ripaga in termini di correttezza e professionalità. L’azienda è come una famiglia”.
È più facile essere fedeli e ben disposti verso l’azienda per cui si opera se si è contribuito a crearla o a farla crescere, secondo Kerridge: gran parte del suo personale, infatti, lavora con lui da più di 19 anni. Tornando ai prezzi, lo chef conclude: “Non credo che si possa scendere a compromessi sui prezzi senza scendere a compromessi sul prodotto; operiamo in uno spazio di nicchia. Per l’aumento vertiginoso dei costi dobbiamo ringraziare la Brexit, che non ha fatto nemmeno una cosa buona fino a ora.”
Fonte: raconteur.net
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