Sarà un ambizioso locale polifunzionale, la prima sede all’estero di Roscioli, che esporterà ogni sua articolazione: al piano terra ristorante, wine bar, bottega per prodotti a marchio e delivery; sotto una variazione della Rimessa in chiave “party-style” newyorkese.
La notizia
Neppure l’oceano ferma il marchio Roscioli, che nella prossima primavera inaugurerà la sua prima sede all’estero, per la precisione a New York. Non male per quella che un tempo era la semplice insegna di una pizzeria, dove i Romani facevano il loro spuntino di pizza bianca e rossa dagli anni ’70; nel 2004 anche un punto di ristoro, con il proprio pane, formaggi, salumi e qualche semplice piatto caldo; seguito, a partire dal 2017, da una “Rimessa” dedicata alle degustazioni e al vino.![](/upload/multimedia/Salumeria-Roscioli-by-Andrea-Di-Lorenzo.jpg)
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Nella Grande Mela andrà a occupare gli spazi del ristorante Niche Niche in MacDougal Street, in partnership con la ristoratrice Ariel Arce, che tanto ha contribuito negli scorsi anni a cambiare il modo di bere dei newyorkesi, dirottandoli verso etichette inusuali e mai scontate, oltre i cliché del lusso. E sarà un locale ambizioso e polifunzionale, che esporterà le diverse anime della casa: al piano terra ci saranno la bottega con i prodotti a marchio Roscioli e il delivery nello stile della salumeria con cucina romana, il ristorante e il wine bar; sotto un format che riprenderà elementi della Rimessa, ibridati con tratti “party-style” del Niche Niche. Tutto fuorché un franchising, visto che i dipendenti sono già in viaggio da Roma.
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“È successo tutto in modo naturale, come un lascito delle relazioni costruite attraverso il Niche Niche”, commenta soddisfatta Arce, che in un certo senso stava lavorando nella stessa direzione a migliaia di chilometri di distanza. E di fatto l’idea è nata un paio di anni fa, quando era in viaggio a Roma con un partner d’affari per festeggiare il suo compleanno ed ha conosciuto il fondatore e sommelier della Rimessa, Alessandro Pepe.
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Nel frattempo, la bufera pandemica colpiva duro, spingendo i ristoratori americani e non solo sull’orlo del baratro, alla ricerca disperata di formule nuove. Quando Arce è tornata a sedersi alla Rimessa la scorsa estate, è suonato come un segno del destino, l’annuncio di un manager di voler aprire oltreoceano. “Vi aiuto io” e tutto è partito. “Il fatto che qui già esistesse questa comunità, spiega perché vogliano venire”, è il commento a proposito delle affinità elettive fra le due realtà, ora unite nel commercio.
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Fonte: Eater
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