Doppio successo per gli Alajmo, che incassano il premio per il miglior ristorante africano con il Sesamo di Marrakech e quello per il miglior italiano a Parigi grazie a Caffè Stern.
La Notizia
Dal Manzanarre al Reno, anzi dalla Tour Eiffel alla Medina. La pandemia ha travolto tutto il mondo, ma l’internazionalizzazione della grande cucina non si ferma: a testimoniarlo sono i riconoscimenti appena assegnati a Massimiliano Alajmo, capace di conciliare la moltiplicazione delle sedi e delle cucine con il volo assoluto delle Calandre, più che mai al top. Merito anche della complementarietà perfetta con il fratello Raffaele, che gestisce con polso le problematiche imprenditoriali.![](/upload/multimedia/2-timthumb-1.jpg)
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Ma andiamo per ordine. Per prima è arrivata la guida Lebey, che ha assegnato al Caffè Stern il riconoscimento per il miglior ristorante italiano a Parigi.
È quindi giunto il premio a Sesamo, all’interno del Royal Mansour di Marrakech, quale migliore ristorante dell’intero continente africano da parte dei World Culinary Awards.
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Questo il commento di Massimiliano: “I premi sono il frutto di un’intesa di intenti e sinergia culturali. Siamo proprio felici perché uno dei nostri obiettivi è esportare, con eleganza, la grande cucina e ospitalità italiane. Ringraziamo dunque tutti i nostri preziosi collaboratori e lo staff del Royal Mansour Marrakech”.
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Chiusa la Montecchia, il gruppo non accenna a contrarsi: oltre a Calandre, Calandrine e In.Gredienti a Rubano, con pasticceria e gastronomia, comprende Amo, Gran Caffè Quadri e Quadrino a Venezia, l’Hostaria a Cortina d’Ampezzo, più i due locali premiati. “Ma non ci sono sforzi di conciliazione, quanto piuttosto momenti di incontro, occasioni di contaminazione positiva che stimolano la crescita e la riflessione. La ricerca ha sempre origine da Le Calandre, cuore e laboratorio di tutto il gruppo, per essere poi condivisa con le varie squadre. Tutto il personale inoltre svolge un periodo di affiancamento a Le Calandre, apprendendo la filosofia di cucina e acquisendo la sensibilità per riuscire a replicare i piatti.”
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