Niente menu degustazione, piatti al centro della tavola, cibo da condividere con gli altri commensali: Xanty Elías rivoluziona l’esperienza gastronomica con l’inaugurazione di un laboratorio creativo immerso nel paesaggio bucolico dell’area UNESCO di Aljaraque. Ecco come accoglierà i clienti nel suo nuovo ristorante.
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Fresco vincitore del Basque Culinary World Prize 2021, lo chef Xanty Elías del ristorante Acanthum, primo stellato della provincia di Huelva, possiede la capacità forse più attuale in assoluto: quella di pensare largo e lungo, abbracciando la complessità del reale gastronomico nel tempo.Lo dimostra il suo attivismo per l’educazione alimentare dei giovanissimi, che gli è valso l’onorificenza menzionata. La sua iniziativa Children eat the future cerca di mettere un freno a diabete e obesità infantile attraverso degustazioni, visite, approfondimenti sul prodotto e sulle ricette tradizionali andaluse svolti sui banchi di scuola. Una sperimentazione di successo, che ha già raggiunto 15mila studenti andalusi e si appresta a essere replicata in 100 istituti madrileni, il cui fine è preparare a una scelta consapevole nel momento dell’acquisto.
Ma lo stesso premio ricevuto, pari a 100mila euro, sarà utilizzato per espandere ulteriormente l’iniziativa. “Non possiamo lasciare che la memoria gustativa dei nostro figli divenga proprietà dell’industria alimentare”, ammonisce. “Lo studio durerà 5 anni, ma abbiamo già constatato un calo significativo dell’obesità e del diabete infantile quando mettiamo i ragazzi in contatto con gli ingredienti e i campi”.
Il migliore insegnamento, tuttavia, è l’esempio e il ristorante di Xanty non è certo meno sostenibile di quanto ci si aspetti. C’è stata la fondazione di un’associazione non profit chiamata Prenauta Foundation, volta a promuovere lo sviluppo sostenibile insieme ad altri imprenditori locali. Ed è in corso l’apertura di un altro ristorante, Finca Alfoliz, esteso su 10mila metri quadrati in quel di Aljaraque, dove la sostenibilità detta legge.
“Si tratta di un progetto fondato sulla permacultura e la solidarietà con l’ambiente. Ci troviamo in una zona tutelata dall’Unesco e per questo dobbiamo sforzarci di essere più sostenibili possibile, anche sotto il profilo economico”, dice.
“Non siamo chilometri zero, ma metri zero, visto che siamo circondati da frutteti”, azzarda. Mentre il filo conduttore della cucina, proposta a prezzi democratici a un pubblico potenziale di 180 coperti, è la brace, con le specialità andaluse declinate in forma perlopiù conviviale. “Vogliamo fornire un pasto con una filosofia più consapevole della vita, in una relazione più stretta con il cibo e la natura. In modo da combinare calma, libertà e coscienza”.
Dopo aver mangiato, infatti, ci sarà la possibilità di schiacciare un pisolino in un’area dedicata, fra i trilli degli uccellini, immersi nel paesaggio bucolico. Ultima sorpresa: nessun menu degustazione. “Senza rinunciare alla qualità di un ristorante gastronomico, intendiamo proporre piatti che possano essere degustati dal centrotavola, per ricordare che dividere la tavola significa celebrare la vita”.
Fonte: finedininglovers.com