Sette locali tra i migliori cento al mondo e unico paese con quattro diverse città segnalate: mai la mixology italiana aveva riscontrato un tale successo al the World’s 50 Best Bars.
La notizia
Al The Londoner di Londra, ieri sera, sono stati annunciati quelli che saranno i migliori cocktail bar al mondo per il 2022. La lista che traccia la nuova geografia della mixology mondiale dalla 50sima alla prima posizione è finalmente pubblica e adesso tutti coloro che sono appassionati drink potranno scegliere in quale locale recarsi.E se sono così spudorati da prenotare un viaggio solo per raggiungere un determinato bar, non solo e non tanto per saggiare drink dai nomi fantasiosi, ma soprattutto per farsi avvolgere dalle atmosfere fashion pop come una fotografia di La Chapelle; di design come un interno di Versace; rigorose come un quadro di Mondrian; gotiche e noir come un romanzo di Asimov; calde, festose e colorate come un racconto di Amado; scandalosamente chic come una poesia di Baudelaire; nette, chiare e dirette come la prosa di Fante; primitive come un quadro di Picasso; rilassanti o eccitanti fino allo sfinimento; ebbene, lo potranno fare, puntando magari a caso il dito sulla lista. Ma escludendo il primo posto che quest’anno più che mai non si discute.
Se per il secondo anno consecutivo il Connaught Bar di Londra è sulla vetta del mondo, qualcosa dovrà pur dire. Il miglior bar d’Europa e del mondo, il cui manager tra l’altro è un italiano, merita una visita a prescindere. Per tutti gli altri invece è una questione di sfumature che solo gli addetti ai lavori sanno cogliere fino in fondo. Anche perché le cose in questo settore sono fluide e cambiano velocemente. Due anni di pandemia, di chiusure e di lockdown si sono fatti sentire. Ma, siatene certi, se un bar è all’interno di questa lista ristretta, garantirà un’esperienza unica in qualunque posizione si trovi. Il Dante di New York, ad esempio, che due anni fa era primo e nel 2020 secondo, oggi si ritrova al 30° posto. Il Qwant di Londra in dodici mesi è scivolato dalla 7a alla 31ma posizione.
Entrambi però hanno nel loro codice genetico i cromosomi dell’accoglienza, della qualità e la tensione a migliorare l’esperienza del cliente. I loro drink sono fuori discussione per sapore e gusto e capacità di rinnovarsi, in qualunque posizione siano. Poi sarà una questione di gusti, preferenze e situazioni personali. Ad ogni modo, al secondo posto si è classificato il Tayer + Elementary di Londra, al terzo il Paradiso di Barcellona, al quarto il The Clamsis di Atene. Londra nelle due prime posizioni apicali non deve illudere. Nell’edizione 2021 è l’Asia ad emergere con forza, scalzando la Capitale inglese. Almeno se andiamo a leggere la lista delle prime 50 posizioni, che sarebbe quella che conta.
I locali italiani nella top 100
L’Italia in questo contesto si fa valere. Se l’anno scorso aveva piazzato due locali fra i primi cinquanta, questa volta ne piazza addirittura tre. Il Drink Kong di Roma al 19° posto, il 1930 di Milano al 20° e il Camparino in Galleria sempre di Milano al 27°. Nel 2019, giocando ma non tanto, avevo scritto che la sfida tra le due principali città della mixology italiana, Milano e Roma, era finita 3-2 per la Capitale, valutando i locali che erano presenti nella lista più allargata, che contempla anche le posizioni che vanno dal 51° al 100° posto. A due anni di distanza, i ruoli sono esattamente invertiti nel punteggio: 3-2, sempre considerando i primi 100 bar al mondo.
Infatti, il 2 dicembre scorso, come ogni anno e per anticipare la grande serata di ieri, è stata pubblicata la seconda parte della classifica dei Best Bar, quelli che si trovano nelle posizioni più basse. Meno prestigiosa senz’altro, ma non per questo meno sentita e significativa per chi in quella famiglia si trova. Esserci è un grande premio per il lavoro svolto nel corso degli anni e la settimana per il nostro Paese si era aperta con delle piacevolissime sorprese. In essa si contano i piazzamenti di ben quattro locali italiani: al n.85 il Cera & Bruno Vanzan di Milano, al n. 82 L’Antiquario di Napoli; al n. 64 il The Court di Roma e al n. 51 il Locale Firenze. Tutti e quattro sorprendenti new entry che portano a sette le posizioni totali ottenute dagli italiani. Quindi, per quanto sia bello fare del gossip tra Roma e Milano, il vero dato è che i nostri bartender sono tra i migliori al mondo e questo si riflette anche nel numero delle segnalazioni dei locali. Tra l’altro la crescita si attesta anche nelle posizioni raggiunte. Insomma, i nostri rappresentanti meritano di stare tra le posizioni apicali, secondo le valutazioni degli addetti ai lavori.
Notiziato quanto era da notiziare, è giusto adesso analizzare il momento che sta vivendo il movimento italiano della mixology, che da alcuni anni segna una crescita in generale nella qualità dei locali, dei cocktail e delle atmosfere che si ritrovano in questi spazi messi a disposizione dei clienti. Intanto va notato che i drink non si muovono più solo sull’asse Roma-Milano. Si sono aggiunte infatti città come Firenze e Napoli, entrambe belle e piacevoli scoperte con L’Antiquario e Locale Firenze, che tra l’altro manca per poco l’ingresso tra i primi 50 al mondo, essendosi posizionato al 51° posto. Nel complesso abbiamo ben quattro città dentro i primi 100. Neanche un Paese immenso come gli Stati Uniti ha quattro città nel 2022.
The World's 50 Best Bars 2021: new entry e uscite di scena
Neanche la Cina ci segue, vedendo premiate solo 2 città, Hong Kong e Shangai. Poi, magari, si piazza meglio, tanto da essere la vera star di questa edizione, surclassando addirittura la vecchia Londra.
Per il resto, in Europa e nel mondo, nessuno ha così tante città in lista come noi e pochissime ci superano per il numero di locali: sette. Questo, nonostante il Covid, è segno delle capacità imprenditoriali e della creatività dei nostri esperti in mixology. Ora, le spiegazioni possono essere molteplici, in una edizione abbastanza difficile da decifrare. Con tanti scivoloni di bar storici: lo Swift e il Lyoness di Londra passano dalla prima alla seconda lista (del Dante e del Qwant, che peraltro riaprirà solo nel 2022, si è detto). Con tante new entry, che sottintendono altrettante uscite, sia nei piani alti che in quelli inferiori. Con lockdown infiniti che hanno decimato pattuglie agguerrite e creative, soprattutto in Europa, a beneficio dei paesi asiatici (mai così presenti come stavolta), probabilmente si sono aperti spazi che forse un po’ ci hanno favorito. Però va detto che la giuria del The World’s 50 Best Bars 2021 si è dimostrata innovativa, piuttosto che conservativa, scegliendo di premiare comunque chi ha lavorato bene, anche se per molto tempo è rimasto chiuso. Certo è che nel 2021 non tutti i locali erano alla pari. Le chiusure differenziate imposte dai governi mondiali hanno limitato alcune attività e, di riflesso, questo entra anche nella nuova composizione della lista.
E comunque non va dimenticato che la pandemia ha giocato un brutto tiro anche ai locali italiani. Avremo anche riaperto prima di altre nazioni, per la disponibilità a fare i vaccini, portare le mascherine, distanziarsi socialmente e mettere in maggiore sicurezza il Paese (si veda la stessa serata di gala di ieri sera, trasmessa live sui social, dove centinaia di persone erano assembrate, senza protezioni personali, pronte ad abbracciarsi e baciarsi);questo, però, non ha impedito a Freni & Frizioni e Officine Milano di sparire dai migliori 100 al mondo (magari per il momento), mentre lo scorso anno si erano conquistate il diritto di stare dentro. “La nostra prima preoccupazione è stata quella di sopravvivere, di tenere aperto il locale, di garantire gli stipendi ai ragazzi. Solo dopo abbiamo pensato a come conservare le posizioni conquistate. Ci siamo riusciti perché il nostro non è un progetto di corto respiro, ma guarda invece al futuro”, mi ha rivelato ieri il bar manager di 1930. Una preoccupazione comune, attestata anche dai tanti imprenditori che nei mesi scorsi Reporter Gourmet ha intervistato. L’Italia al pari di altre nazioni ha faticato e chi ha lavorato bene è stato premiato.
The World's 50 Best Bars 2021: i premi speciali
Concludo elencando i premi speciali che sono stati assegnati ieri, tra cui purtroppo non figura nessun italiano. Non importa, perché la nostra soddisfazione è stata avere una pattuglia numerosa tra i primi 100 migliori locali al mondo. Tra i premi assegnati nella serata di gala c’è stato il Campari One to Watch, andato al Thunderbolt di Los Angeles; il Ketel One Sustainable Bar, andato al Re di Sydney; l’Altos Bartenders’ Bartender assegnato a Lynnette Marrero; il Rémy Martin Legend of the list, assegnato all’Attaboy di New York. Il Siete Misterios Best Cocktail Menu, finito al Lab 22 di Cardiff. Il Roku Industry Icon che ha premiato Remy Savage come miglior bartender in assoluto. Il Michter’s Art of Hospitality al Salmon Guru di Madrid. Il The best bar in Australasia, vinto dal Maybe Sammy di Sydney. Il Nikka Highest Climber, che l’ha ottenuto il Presidente di Buenos Aires. Il The best bar in the Middle East and Africa, andato al Zuma di Dubai. Il London Essence Best New Opening che ha premiato l’Insider Bar di Mosca. Il Di Saronno Highest New Entry, andato all’Hanky Panky di Città del Messico. Il The Best Bar in Asia invece è il Coa di Hong Kong. Il The Best Bar in North America è il Licorerìa Limantour ancora di Città del Messico. Infine, il The Best Bar in South America è la Florerìa Atlàntico di Buenos Aires.
The World's 50 Best Bars 2021: la classifica completa
Per leggere la top 100: worlds50bestbars.com