Per finanziare la mensa dell’Antoniano e rendere più corposi i pacchi di doni destinati a 70 famiglie di indigenti, Food For Soul ha organizzato una cena natalizia di beneficenza riunendo alcuni protagonisti della gastronomia regionale sul palco dello Zecchino D’Oro.
L'evento
Prosegue l’attività benefica di Food For Soul, la fondazione di Massimo Bottura e Lara Gilmore, con i suoi refettori ormai sparsi per il mondo, più che mai strategici nella congiuntura drammatica che stiamo attraversando. Dal 2016 ce n’è uno anche a Bologna, presso la mensa dell’Antoniano, attualmente in ristrutturazione. Per finanziarne le attività e rendere più corposi i pacchi di doni natalizi destinati a 70 famiglie di indigenti, è stata organizzata una cena di beneficenza che ha riunito alcuni protagonisti della gastronomia regionale.L’Antoniano è famoso in città innanzitutto per lo Zecchino d’Oro, un biglietto da visita che gli accattiva qualsiasi simpatia. Cosicché la serata è stata introdotta dall’esibizione canora di tre bimbetti, dentro la scenografia a led dell’ultima registrazione. È poi intervenuta Lara Gilmore, che ha invitato i presenti a partecipare alle future attività del refettorio ristrutturato e in particolare alle cene del lunedì con gli chef, autentici eventi per chi è in cerca del riscatto: “Perché quel che torna indietro è ben più di ciò che si dà: l’emozione di vedere le persone riconquistare un senso di dignità e ritrovare il valore della vita. Sono pasti buoni, sani, di stagione, spesso approntati con ingredienti donati, che possono comunicare più di un’aragosta o di un foie gras. Con il cuore, l’intelligenza, la qualità dell’idea si può superare tutto”.
Il pane Brisa, da farine autoprodotte, e i vini Fivi della regione, fra cui Marta Valpiani, hanno accompagnato gli ottimi piatti di Aurora Mazzucchelli, Jacopo Ticchi, Lorenzo Vecchia e Gianluca Degani. “Avevo già fatto una serata alla Mensa, il lunedì delle famiglie con gli chef. Poi l’Antoniano è una realtà importante per la città e la regione, con cui abbiamo avuti tanti scambi. Ma stasera ho già un’altra iniziativa benefica qui a Sasso, perché a Natale siamo tutti più buoni”, scherza Aurora Mazzucchelli. Alla serata ha portato un lievitato integrale con farina 2, terrina di cappone e gallina con salsa verde, verdurine e cavolo cappuccio viola, esemplificativo della nuova tendenza dell’ex Ristorante Marconi, oggi Casa Mazzucchelli, concept lievitati fine dining.
Jacopo Ticchi della trattoria Da Lucio è venuto appositamente da Rimini. “Per me è stata la prima volta, spero non l’ultima. È stato bello vedere il set, i bambini, cucinare con questa motivazione. Ho scelto di portare il cannellone di carne come lo faceva mia nonna Pina, da sempre il mio piatto preferito, con una farcia cotta tipo cappelletto. Ma ho voluto inserirlo nella mia cucina con una salsa di ostriche selvatiche, raccolte con le cozze e le vongole, per la nota marina e l’acidità, e delle fettine di fegato di rana pescatrice, per la golosità”.
“Sono stata contattato da Food For Soul, che aveva giudicato il nostro lavoro interessante”, racconta Lorenzo Vecchia di Ahimè. “Ci faceva molto piacere e abbiamo accettato volentieri, ma penso che avremo modo di collaborare ancora. I piatti li abbiamo decisi in una chiamata su Skype, in cui abbiamo buttato giù delle idee; Aurora voleva far conoscere la sua pizza, mentre io ho puntato sul vegetale, nella fattispecie le verdure biodinamiche di Federico Orsi. Quindi un ‘brasato’ che potesse svolgere il ruolo di secondo, con la zucca, la patata e il cavolo nero cotti semplicemente al forno e spinti da una salsa preparata con tutte le verdure dell’orto, dalla rapa alla barbabietola, alla cicoria, ognuna cotta diversamente. Sono finite in un megabrodo che abbiamo ridotto e frullato. Senza vino, perché l’acidità arriva dal vegetale, ma con le spezie di rito, come cannella e chiodi di garofano”.
La chiusura dolce è stata firmata da Gianluca Degani della Gelateria Bloom di Modena, che ha abbinato il suo panettone artigianale al cedro con un delicatissimo gelato di latte di asina, lodato da Lara per i suoi pregi organolettici e per il sostegno a un progetto del territorio, l’allevamento di 800 animali a Reggio Emilia, che ha valorizzato qualcosa di antico e dimenticato.