Chef e autore del libro “Scaccomatto. Cuochi si diventa”, Mario Ferrara interpreta la cucina come linguaggio e strumento di racconto. Dalla Lucania alle influenze giapponesi e spagnole, ha costruito uno stile mediterraneo dinamico e profondamente vegetale.
«La cucina è un linguaggio» scrive Mario Ferrara nel suo libro “Scaccomatto. Cuochi si diventa”. Un linguaggio che, come ogni forma d’espressione, si apprende, si arricchisce e si trasforma nel tempo. La sua filosofia, all’apparenza semplice, nasce invece da un percorso complesso e stratificato, dove esperienze e culture diverse hanno dato vita a un lessico gastronomico personale e riconoscibile.
Le radici di questo linguaggio affondano nella Lucania, terra natale di Ferrara. Una regione di materie prime straordinarie, sapori netti e piatti essenziali: da qui lo chef trae l’amore per la purezza degli ingredienti e la convinzione che la semplicità sia sempre il punto di partenza di ogni grande piatto.
Con il tempo, il suo “vocabolario” culinario si è ampliato costantemente, arricchendosi di termini, tecniche e suggestioni provenienti da altre culture. Il suo è un modus vivendi prima ancora che un modus operandi, fondato su un dinamismo che attraversa confini e tradizioni. Questo atteggiamento lo porta a confrontarsi con cuochi e collaboratori di ogni provenienza, tra cui un gruppo di dipendenti giapponesi che segnano una svolta nel suo percorso: non solo influenzano il suo approccio tecnico, ma, in segno di riconoscenza, aprono in Giappone due ristoranti Scaccomatto ispirati al suo lavoro.
Non mancano nel suo percorso anche influenze spagnole, che hanno contribuito a completare il mosaico di sapori e identità che oggi caratterizza la sua cucina. Il risultato è una tavola capace di unire il Sud Italia al Mediterraneo più ampio, con un equilibrio naturale tra memoria e contemporaneità.
La cucina di Mario Ferrara è oggi definibile come mediterranea, centrata sulle materie prime del territorio e su una forte componente vegetale, elemento cardine del suo pensiero gastronomico. Le sue preparazioni non puntano a trasformare l’ingrediente, ma a esaltarlo nella sua essenza, mettendo al centro l’equilibrio e la vitalità del prodotto.
Per Ferrara, ogni piatto è un messaggio, ogni ingrediente una parola, ogni menu una narrazione che unisce cultura, tecnica e sentimento. Una lingua viva, fatta di radici lucane e orizzonti aperti sul mondo.