Uno dei pupilli di Marchesi, Paolo Lopriore ha lavorato in numerosi ristoranti prestigiosi in giro per l’Europa, ma dal 2016 è finalmente in proprio. “Il Portico”, ad Appiano Gentile ridefinisce il concetto di convivialità, proponendo piatti stagionali di alta qualità con una formula di servizio unica.
Nato a Como nel 1973 Paolo Lopriore è cresciuto in una famiglia umile, l'influenza materna di Rosa, una cuoca amatoriale ma appassionata, ha segnato il primo capitolo della sua epopea culinaria. Dopo la scuola alberghiera, un incontro fatidico che lo catapulta nella cucina internazionale: il primo stage, a Tremezzo con Gualtiero Marchesi al ristorante “La Terrazza”.
Nei primi anni '90 Paolo era a Milano, dove ha svolto il servizio militare e poi un breve periodo di lavoro all'”Enoteca Pinchiorri”. Poi tra il '93 e '95 è ritornato da Marchesi, stavolta al tri-stellato di Erbusco, nel Relais “L’Albereta”. Ma la sua sete di esperienza lo ha portato in Francia, prima da Ledoyen e poi da Troisgros, imparando da Michel Porthos per due anni. Poi ne ha spesi altrettanti nella “Bagatelle” di Oslo fino al 1999, un periodo che lui stesso ha etichettato come il più gratificante, vissuto tra notti bianche e festeggiamenti tra chef.
Negli anni 2000 la cucina di Paolo è evoluta, ispirata dalle nuove correnti spagnole ma profondamente ancorata al patrimonio italiano. Al suo ritorno a “L’Albereta”, ha dato vita alla collaborazione creativa con Enrico Crippa, da cui è nato il Menu Oggi, un palcoscenico di dialogo con Marchesi. Poi, tra il 2002 e il 2012, Paolo ha lavorato a “Il Canto della Certosa di Maggiano”, ormai chiuso, dove proponeva una cucina audace, ma semplice, in cui la tecnica si fondeva con l'espressione gastronomica pura. Nel 2013 è rimasto per un po’ al “Grand Hotel di Como”, per poi sperimentare con i "Tre Cristi" a Milano durante l'Expo 2015, preludio dell'apertura del suo ristorante.
Nel 2016, Poalo ha infatti avviato “Il Portico”, ad Appiano Gentile, vicino Como. Qui, la sua cucina ridefinisce il concetto di convivialità italiana attraverso una rivoluzione basata sul recupero di schemi classici, un’ode al libero arbitrio. Un menu singolare, ispirato dai prodotti stagionali: ingredienti di varia nobiltà arrivano al tavolo separatamente, cotti alla perfezione, valorizzati da salse e condimenti, e il cliente ha la libertà di combinare tali elementi sul proprio piatto come preferisce. Non stupisce che molti lo considerino lo chef più coraggioso d'Italia.