Originario del Lionese, Daniel Boulud ha girato le più belle cucine di Francia, prima di conoscere il successo oltreoceano. Ha fondato un impero gastronomico mondiale, stellato Michelin, in cui il suo primo ristorante, “Daniel”, brilla ancora.
Daniel Boulud nasce nel 1955 a Saint-Pierre-de-Chandieu, vicino a Lione, polo della cucina rurale e regionale francese, che si oppone al cosmopolitismo di Parigi. Cresce nella fattoria dei genitori, cullato dai ritmi delle stagioni, dalle meraviglie dei prodotti freschi e dalla cucina casalinga di sua nonna. Si appassiona prestissimo al mestiere, tanto da compiere la sua prima esperienza di apprendista già ad altissimo livello, al ristorante “Nandron” di Lione, due stelle Michelin, dove si ferma dal 1969 al 1972.
Presto comincia a farsi notare anche nelle competizioni: il 1972 è l’anno in cui approda alla finale del concorso per migliore apprendista di Francia. Riesce così a entrare a “La Mère Blanc”, ristorante a tre stelle Michelin dove già officia Georges Blanc, e vi si ferma per due anni. Dal 1974 al 1976 Boulud si sposta al “Moulin de Mougins” con Roger Vergé, allo zenit della cuisine du soleil. Entrato come semplice cuoco, viene promosso chef de partie.
Dopo un passaggio a “The Plaza Hotel” di Copenhagen, per familiarizzare con l’hôtellerie, è la volta di un altro tre stelle: “Les Prés d’Eugénie” di Michel Guérard, fondatore della cucina benessere, dove lavora per un anno come chef de partie. Ma l’ambizione preme e Boulud torna a Copenhagen per vestire i galloni del sous-chef a “The Plaza Hotel” e dello chef di cucina a “Les Étoiles”, nella stessa città.
A questo punto, quando ha ormai tutte le carte in regola per guidare uno stabilimento importante, forte di un curriculum che è un’epitome della nouvelle cuisine, entra in contatto con gli Stati Uniti, dove verrà consacrato. Dal 1981 al 1982 è chef privato per Roland de Kergorlay, ambasciatore della Commissione Europea a Washington. Poi molla tutto per andare a New York, dove inizia a lavorare come chef aggiunto alla “Polo Lounge” del “The Westbury Hotel”, gomito a gomito con Thomas Keller.
Boulud si fa notare e ricopre in fretta il gradino più alto presso ristoranti prestigiosi: è chef executive della “Régence” del “Plaza Athénée”, poi di “Le Cirque”. Incarico che gli assicura il premio quale Best New Chef di Food & Wine e un primo riconoscimento da parte della James Beard Foundation. Ormai è arrivato il momento propizio, nel 1993, apre a New York il suo “Daniel” nel cuore di Manhattan. La solita James Beard Foundation lo premia subito quale Outstanding chef, secondo di ben sei riconoscimenti. L’America è sedotta da quella cucina generosa, capace di sintonizzare sulle sue frequenze, con appeal contemporaneo, lussi e agi della grande tavola francese.
Il 1998 è un anno di cambiamenti: Daniel trasloca negli spazi attuali, e in quelli vecchi apre il “Café Boulud”, subito premiato con la stella Michelin. Poi gli indirizzi si moltiplicano: nel 2001 apre il “DB Bistro Moderne”, sempre a New York, con una proposta classica da bistrot francese; nel 2003 la seconda sede del “Café Boulud” a Palm Beach; nel 2008 a New York il “Bar Boulud”, più informale e ispirato a Lione, seguito da uno a Londra nel 2010, anno in cui apre anche “due “DB Bistro Moderne”, a Miami e Singapore. Nel 2011 il “Boulud Sud” and “Epicerie Boulud”, con una proposta più leggera di cucina mediterranea… e ancora Montreal, Las Vegas, Boston, Washington, Toronto, Miami, le Bahamas, nel 2019 di nuovo New York con “DBGB Kitchen and Bar”.
Nel 2010 arrivano le tre stelle per Daniel, anche se una viene ritirata cinque anni dopo per “mancanza di costanza”. Boulud non riceve solo il Lifetime Achievement Award da parte dei World’s 50 Best, ma anche il premio di Best Restaurateur in the World da parte di Les Grandes Tables du Monde.
Autore di sei libri, Boulud supporta la squadra statunitense al Bocuse d'Or, dove ottiene ottimi piazzamenti; è protagonista della serie televisiva "After Hours with Daniel”, fondatore della Fondazione Ment'or BKB, che aiuta giovani chef internazionali nella loro formazione, ed è attivo nella charity Citymeals-on-Wheels, che procura pasti agli anziani in difficoltà.
Foto di Copertina: @ThomasSchauer