La Notizia
Guida Michelin Italia 2018
Nella 63a edizione della Guida Michelin Italia, oltre alle nuovissime 3 stelle Michelin che brillano sulla cucina dello chef Norbert Niederkofler, al ristorante St. Hubertus, di San Cassiano, confermano di avere una cucina che “vale il viaggio”, e quindi le 3 Michelin, i ristoranti dell’edizione 2017: Piazza Duomo ad Alba, Da Vittorio a Brusaporto, Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio, Reale a Castel di Sangro, Enoteca Pinchiorri a Firenze, Osteria Francescana a Modena, La Pergola a Roma, Le Calandre a Rubano.
Sono 41 i ristoranti che “meritano una deviazione”, e quindi le 2 stelle Michelin. Tra questi, 3 novità: Andrea Aprea ristorante Vun, Milano, Matteo Metullio, ristorante La Siriola, San Cassiano e Alberto Faccani, ristorante Magnolia, Cesenatico.
“Nel panorama stellato delle regioni e delle province italiane spiccano Milano, la Lombardia e Roma. È interessante notare come il dinamismo lombardo e il fascino della capitale siano riconosciuti anche dai recenti dati Euromonitor, che vedono Milano come unica città in ascesa tra le prime 10 destinazioni europee, seconda destinazione turistica in Europa tra le città italiane dopo Roma e settima tra le città europee. Tra le province più stellate, significativo è il quinto posto della Provincia Granda, che rispecchia non solo la ricchezza gastronomica del territorio, ma una crescente vivacità nella valorizzazione dei propri prodotti. Com’è giusto, la Guida Michelin offre una panoramica della situazione culinaria del Paese. Nel conto delle stelle, perciò, non ne includiamo altre, che ricordiamo però con grande piacere, perché rappresentano l’eccellenza della nostra cucina al di fuori dei nostri confini. In tutto il mondo, gli chef italiani che si distinguono per la loro cucina sono 35: 30 con 1 stella, 4 con 2 stelle, 1 con 3 stelle.”
Sono invece 306 i ristoranti con una stella Michelin, di cui 22 novità.
Sergio Lovrinovich, Direttore Guida Michelin Italia.
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Putroppo le new entries sono sempre poche e i declassamento ancor meno! Un universo troppo fossilizzato quello della michelin, a fronte di un universo reale sempre in evoluzione, non sempre e dovunque positiva, come e’ quello della nostra ristorazione. Ragion per cui la vuida da tempo non la compro piu’