Eventi

All’Inkiostro una cena pluristellata: il menu a 6 mani di Morello, Arcieri e Iuliano

di:
Chiara Marando
|
cena inkiostro 6 mani 2023 05 03 14 32 28

Incontrarsi in cucina, coniugare tecniche e filosofie culinarie per confrontarsi e regalare esperienze gastronomiche non comuni: da queste basi nata la cena a 6 mani al ristorante Inkiostro di Parma. Protagonisti Salvatore Morello, Antonio Arcieri e Salvatore Iuliano.

L'evento

L’ESPERIENZA

Incontrarsi in cucina, studiare insieme un menu particolare, coniugare più tecniche e filosofie culinarie per confrontarsi e regalare esperienze gastronomiche particolari e non comuni: le cene a più mani hanno alla base questi capisaldi, ovvero di mettere in scena un appuntamento unico nel suo genere che, in una manciata di ore, possa far conoscere i messaggi gustativi di chef differenti tra loro, talvolta anche molto lontani geograficamente. Anche se spesso a unirli sono amicizia e stima reciproca.


Perché alla fine, se è importante sapere chi sia l’ideatore del piatto che viene servito, ancora più significativo appare il risultato complessivo del dialogo tra le differenti visioni e interpretazioni gastronomiche. Proprio lì sta l’impronta esclusiva che l’esperienza sa imprimere. Così ecco che ogni cena o pranzo a più mani diventa un piccolo mondo a parte che vive di vita e senso proprio. Ed in quel senso esprime il suo massimo potenziale.


Esattamente dalla volontà di trovarsi, dialogare e condividere, portando diversi racconti e percorsi che hanno origine dalla stessa terra, è nata l’idea della cena a 6 mani organizzata dal ristorante Inkiostro di Parma. Protagonisti lo chef resident Salvatore Morello, che ha accolto in cucina i colleghi Antonio Arcieri, chef del ristorante Arco by Paco Perez a Danzica, e chef Salvatore Iuliano, del St. Georges Restaurant by Heinz Beck.


Tre chef stellati, tre diversi approcci e filosofie culinarie. Un denominatore comune, le radici di provenienza, quel profondo legame con il luogo che li ha visti nascere, crescere e la cui influenza vibra nelle loro vene: la Calabria. Le origini, l’amicizia, il rispetto, sono queste le corde che hanno mosso ogni loro azione, ogni scelta, a partire da quella di imbastire un evento così particolare che per una sera ha trasmesso ai presenti non solo il buono dei piatti e la scoperta di tocchi eccellenti, ma anche quanto questi tre chef si sono sentiti uniti e armonicamente accordati.

I PIATTI

Un percorso studiato ad hoc quindi, un terreno inesplorato e inedito che ha permesso di cogliere nettamente la personalità di ognuno di loro. Una presentazione silenziosa e incisiva fatta di delicatezza, ricerca ed equilibrio. A fare gli onori di casa con diverse proposte è stata la mano di Salvatore Morello, che negli amuse bouche è capace di dare molto, veramente molto. Qui la partenza dice già tanto. Nell’antipasto, poi, Morello ha giocato con tocchi di calibrata acidità per sgrassare l’effetto dell’elemento principale, ovvero lo Storione, accompagnato da Ginger Kombucha e Ponzu.


Antonio Arcieri si è presentato fin da subito con una proposta ricca di influenze, dove dall’Italia si passa alla Penisola Iberica ma non solo, giocando su intensità e profumi spiccati: il suo Tonno, ricci di mare e tartufo ne è un esempio calzante, dove al primo boccone il palato deve ambientarsi all’onda di sapori per delinearne limiti e unione.


Sul primo piatto è stato Salvatore Iuliano a colpire con l’eleganza e perfetta simmetria di una portata che trasuda contaminazioni “heinzbeckiane” e punta alla piacevolezza certa. Si parla di Tortellini al basilico, mandorle e seppiette alla ‘nduja, in un chiaro richiamo alla sua Calabria che in questa proposta gioca un ruolo chiave in fatto di nota gustativa aggiuntiva e azzeccata.


Branzino, alghe e funghi. Incontri e stratificazioni, tra toni più delicati e altri maggiormente concentrati, con cui Antonio Arcieri ha dato il via ai secondi piatti.


A spezzare dolcemente il ritmo ecco ancora Salvatore Morello che, per accarezzare il palato e prepararlo alle portate successive, ha portato in tavola un pre dessert decisamente azzeccato e stagionale: Zucca, finocchio e zenzero.


Poi è stata la volta di Salvatore Iuliano con il suo Piccione, topinambur, caffè, fieno e latticello. Tutti gli elementi rimangono ben distinti all’assaggio ma sapientemente accordati nel loro insieme. Infine, ecco che il cerchio si è chiuso con il saluto finale del padrone di casa Morello, che ha scelto Cioccolato, Cassis e umeshu.


E se dalla Calabria tutti e tre sono partiti per iniziare il loro percorso di crescita professionale, e della Calabria conservano radici e suggestioni, quella stessa Calabria è tornata anche nella scelta dell’abbinamento vini selezionata dal sommelier Daniele Molinaro. Un filo conduttore solido, primordiale, che gli chef hanno fortemente voluto decodificare e narrare attraverso i rispettivi linguaggi.

Ultime notizie

mostra tutto

Rispettiamo la tua Privacy.
Utilizziamo cookie per assicurarti un’esperienza accurata ed in linea con le tue preferenze.
Con il tuo consenso, utilizziamo cookie tecnici e di terze parti che ci permettono di poter elaborare alcuni dati, come quali pagine vengono visitate sul nostro sito.
Per scoprire in modo approfondito come utilizziamo questi dati, leggi l’informativa completa.
Cliccando sul pulsante ‘Accetta’ acconsenti all’utilizzo dei cookie, oppure configura le diverse tipologie.

Configura cookies Rifiuta
Accetta