Nasce il “fratello minore” di Particolare Milano: un bistrot dinamico dove la cucina si racconta in piccole porzioni da condividere, con una visione internazionale e un futuro in movimento.
Dove la condivisione incontra la ricerca: il nuovo lessico del gusto in via della Moscova
A pochi passi da Largo La Foppa, nel pieno di quella Milano che corre tra showroom, cocktail bar e boutique d’autore, Particolare Bistrot apre con l’ambizione di fare qualcosa di diverso. Non semplicemente “essere nuovo”, ma pensarsi nuovo: nella forma, nei formati, nell’atteggiamento. Aperto nel gennaio 2025, è il fratello minore del già noto Particolare Milano di via Tiraboschi — indirizzo ormai solido nel panorama cittadino, con un’identità più strutturata, degustazioni gourmet e un tono più contemplativo, in linea con la vocazione residenziale della zona di Porta Romana.

Qui invece, nel cuore pulsante di Moscova, il bistrot nasce per intercettare un pubblico internazionale, dinamico, con abitudini gastronomiche fluide. Da questa osservazione prende vita la formula della casa: una cucina pensata per il convivio, costruita attorno a tapas gastronomiche da condividere, da comporre, da raccontare.
Lo spazio: essenziale, curato, pensato per il gusto
Il locale riflette questa stessa eleganza senza sovrastrutture. L’ambiente è raccolto, luci calde, materiali naturali, e un servizio giovane e competente che accompagna senza invadere. Quando si entra si viene accolti da tre diversi ambienti, accomunati dalla passione per colori accesi e campiture piene.


All’ingresso una zona più veloce, con sedute di modernariato, pensata per accogliere gli ospiti in modo informale nei momenti della pausa pranzo e dell’aperitivo. Segue una parte più intima ma comunque agile e snella, con sedute e tavoli alti. Anche qui, il fil rouge della convivialità è rintracciabile. Ed infine una saletta tradizionale, per un totale di circa 65 coperti. È un bistrot vero, nel senso più contemporaneo del termine: intimo, gastronomico, conviviale.
Lo chef: passione precoce, percorso autonomo
Il cuore del progetto è Andrea Cutillo, classe 1988, cuoco e imprenditore. A dispetto di una formazione non accademica, la sua visione è matura e raffinata, in costante affinamento. “Sono autodidatta, ma sono nato nel mondo della ristorazione. Anche se originario di Napoli, mi sono trasferito da piccolo in Abruzzo, dove la mia famiglia ha aperto un ristorante. Contro il parere di tutti, a 14 anni ho iniziato a muovere i primi passi nella cucina di famiglia. Poi sono arrivati gli studi al Gambero Rosso, le prime esperienze importanti e infine Milano, dove con Particolare sono diventato anche un imprenditore”.

Cutillo non impone una cucina autoreferenziale: la costruisce ascoltando, osservando cosa funziona e come evolve il contesto. E proprio da questa osservazione nasce oggi l’evoluzione del bistrot.
Tapas d’autore, piatti in divenire
Il menu è in costante mutazione. Le tapas — protagoniste — raccontano un’Italia mediterranea ma curiosa del mondo, dove la materia prima è centrale, ma anche la contaminazione è benvenuta. E mentre il pubblico apprezza la leggerezza del formato, cresce anche l’interesse per piatti più strutturati e verticali, che stanno progressivamente trovando spazio nella carta. Alcune tapas diventeranno veri piatti, evolvendosi in porzioni più complete, dando vita a un menu che resta dinamico, vivo, mai ripetitivo.

La degustazione
Tra le tapas attuali, come non iniziare con tutta l’ibericità delle croquetas di baccalà con besciamella e salsa pil pil. Fritto perfetto, croccanti: sapore semplice e pulito, vanno benissimo per iniziare il percorso. Golose. Come una catalana è la seconda portata, sempre in formato tapas, assaggiata: gamberi scottati, pomodorini, sedano, basilico e cipolla agrodolce. La leggera scottatura dei gamberi dona quel quid in più per dare carattere contemporaneo e più spinto al boccone, completato dalla cipolla in agrodolce. Passando alle proposte di terra, ecco la battuta di fassona con stracciatella e caviale di aringa. Un piatto milanesissimo ormai, quindi ideale per il mood di zona e le sue frequentazioni. La carne è volutamente scondita, proprio per riuscire ad approfondire e coglierne la qualità e il sapore. Se mescolate con la stracciatella e le uova di aringa, ecco che acquisisce senso: un assaggio bilanciato nella dolcezza e nella sapidità.

Spicca poi il carpaccio di manzo USA leggermente scottato a fiamma viva, servito con caviale di aringa affumicata, acetosa e crema di burrata. Un piatto che incarna perfettamente la filosofia della casa: materia prima impeccabile trattata con rispetto, dove la leggerissima scottatura esalta la marezzatura della carne americana, mentre la burrata apporta quella cremosità mediterranea che bilancia la sapidità nordica del caviale di aringa. L'acetosa, con il suo tocco acidulo, pulisce il palato e completa la composizione.

Non meno interessante il carciofo cotto prima a bassa temperatura e poi grigliato, accompagnato da salsa al prezzemolo e sale affumicato. Un piatto apparentemente semplice che rivela invece tutta la tecnica dello chef: la cottura sdoppiata permette di preservare la morbidezza del cuore del carciofo garantendo al contempo quelle note tostate e affumicate che rimandano a tradizioni mediterranee ancestrali. La salsa al prezzemolo, vibrante e clorofilliana, aggiunge freschezza, mentre il sale affumicato diventa firma autoriale di un piatto che celebra l'ingrediente vegetale elevandolo a protagonista assoluto.

E per chi predilige il pescato c’è anche la tartare di orata con patata dolce, coriandolo e cipolla agrodolce, e senza quest’ultima, il piatto non sarebbe lo stesso. Un piatto che guarda alla clientela internazionale ma che comunque ben si sposa con la filosofia di Cutillo di offrire una proposta mediterranea sì, ma con influenze dal mondo, per dare vita ad un percorso di tapas creative ed ammiccanti. Anche qui nessuna sbavatura, tanta semplicità e focus sulla materia prima. Con i primi piatti si cambia marcia. Ed ecco perché lo chef sta pensando di trasformare e far evolvere alcune delle proposte tapas in veri e propri piatti. La mano più allenata che va in scena da Particolare Milano si sente tutta e viene fuori molto meglio in piatti completi che nelle porzioni più piccoline. La pasta, patate, provola affumicata e ‘nduja ne è la prova. A parte la mantecatura a regola d’arte, ma lo chef è napoletano e dunque con questo piatto gioca in casa, i sapori si combinano magistralmente ed esplodono al palato, regalando un davvero piacevole boccone. L’affumicatura della provola e la ‘nduja donano profondità e complessità al piatto.

Nel capitolo dolcezza, la panna cotta alla vaniglia con lamponi che ritroviamo sia in gel che sotto forma di cialdone croccante rappresenta l'equilibrio perfetto tra tradizione italiana e presentazione contemporanea. La consistenza setosa della panna cotta, aromatizzata con vaniglia bourbon, trova il suo contraltare nella vivacità dei lamponi, proposti in due diverse texture: l'acidità concentrata del gel e la fragranza del cialdone che aggiunge quella componente croccante necessaria a creare un dessert tridimensionale. Un finale che racchiude l'essenza stessa del progetto Particolare Bistrot: radici italiane solide e uno sguardo curioso verso il mondo.

Una cucina che ascolta, evolve e cresce
I prezzi sono accessibili, le porzioni permettono di comporre un percorso ampio, e il rapporto qualità-prezzo è sorprendente per una zona dove il conto tende facilmente a lievitare (basti pensare che le tapas restano sui 10 euro, il business lunch viene 15 e la formula aperitivo 12). E mentre il bistrot trova la sua voce, già si guarda al futuro. Dopo l’estate sono previsti aggiornamenti in carta, piccoli ritocchi agli spazi e nuove collaborazioni. Una fase due che conferma la vocazione al cambiamento. “In una città come Milano, dove tutto cambia ogni giorno, fermarsi è l’unica cosa che non ci possiamo permettere”, dice Cutillo. E Particolare Bistrot sembra avere le gambe — e l’ambizione — per non farlo mai.
INFORMAZIONI
Particolare Bistrot
Via della Moscova 50, Milano
t. +39 02 35958531