Chef

Alessandro Borghese: “A 17 anni già lavoravo in cucina senza stipendio”

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina alessandro borghese

Alessandro Borghese racconta gli esordi a 17 anni, senza retribuzione e con la voglia di emanciparsi dai genitori. L’intervista completa.

L'intervista

Cibo, arte, musica e passione sono le parole che meglio descrivono l'esperienza trentennale di Alessandro Borghese. Una carriera iniziata per soddisfare la voglia di crearsi da solo.Sentivo un ardimento e un desiderio di cimentarmi in qualcosa di diverso da quello che facevano i miei genitori. Non volevo fare l’attore e seguire le orme di mia madre, una figura, sotto certi aspetti, anche ingombrante. Avevo solo 17 anni quando mi sono imbarcato per la prima volta.


Desideravo girare il mondo, magari nelle cucine delle navi da crociera, poiché cucinare mi divertiva. È senza dubbio la più bella esperienza che un giovane di quell’età possa provare. La prima volta salii a bordo alla pari: vitto e alloggio, ma senza stipendio. Dopo otto mesi, arrivò una conferma positiva del mio operato e un ingaggio a 800mila lire al mese. Ho viaggiato per altri tre anni, molto Mediterraneo ma anche Sudafrica e tanto altro”.

Alessandro Borghese posa per i fotografi alla presentazione di Junior Masterchef, Milano, 11 marzo 2014. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO


Tutto è partito proprio da lì e ora Borghese, che certo non necessita di presentazioni, ha costruito un vero e proprio impero gastronomico (e non solo) sotto l’insegna: “Alessandro Borghese-Il lusso della semplicità” (ora anche a Venezia) perché cucinare, secondo lui, è un vero e proprio “atto di amore e di altruismo”. Tornato “a terra”, si è inventato il ruolo di chef a domicilio, ma la vera svolta è arrivata nel 2004, l’anno in cui si è fatto conoscere al grande pubblico grazie alla televisione. Da allora ha condotto oltre 20 trasmissioni televisive e pubblicato cinque libri. Un successo dietro l’altro. Alessandro, però, sentiva l’esigenza di “dare una casa ai suoi progetti e alla sua creatività”, così -con il supporto fondamentale della moglie- nel 2017 ha aperto a Milano “Alessandro Borghese- il lusso della semplicità”. Un ristorante con un servizio di alto livello, ma poche formalità, che si concentra sull’ospitalità e in cui lo chef esprime appieno il proprio stile di vita e di cucina.


Oltre all’ottimo cibo, infatti, gli ospiti possono ammirare opere d’arte inedite e vengono allietati da un dj set tutte le sere. “L’arte è una passione di famiglia trasferita all’interno del ristorante, che ospita una galleria perenne. Ogni due o tre mesi abbiamo un artista che espone. Sulla musica ci tengo a precisare che ha lo stesso potere evocativo del cibo, ho un dj fisso tutte le sere con vinili e musica rock. Dai Led Zeppelin ai Flash. Arte, musica e cucina. Abbiamo fortemente voluto questo format e c’è molto gradimento da parte delle persone. Gli ospiti mi dicono spesso che è come stare a casa. Quando sento certe parole, sono l’uomo più felice della terra. Io faccio il cuoco la mia mission è distribuire felicità e gioia a chi viene a trovarci”, racconta Borghese.


Oggi il ristorante fa parte della società ABNormal, una vera e propria azienda di catering, banqueting e alcune attività di entertainment: un gruppo diversificato che coinvolge più di 50 dipendenti. Alessandro Borghese: il lusso della semplicità sia come filosofia, che come brand.

Fonte: corriere.it

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