Alessandro Borghese racconta gli esordi a 17 anni, senza retribuzione e con la voglia di emanciparsi dai genitori. L’intervista completa.
L'intervista
Cibo, arte, musica e passione sono le parole che meglio descrivono l'esperienza trentennale di Alessandro Borghese. Una carriera iniziata per soddisfare la voglia di crearsi da solo. “Sentivo un ardimento e un desiderio di cimentarmi in qualcosa di diverso da quello che facevano i miei genitori. Non volevo fare l’attore e seguire le orme di mia madre, una figura, sotto certi aspetti, anche ingombrante. Avevo solo 17 anni quando mi sono imbarcato per la prima volta.![](/upload/multimedia/Alessandro-Borghese-.jpg)
Desideravo girare il mondo, magari nelle cucine delle navi da crociera, poiché cucinare mi divertiva. È senza dubbio la più bella esperienza che un giovane di quell’età possa provare. La prima volta salii a bordo alla pari: vitto e alloggio, ma senza stipendio. Dopo otto mesi, arrivò una conferma positiva del mio operato e un ingaggio a 800mila lire al mese. Ho viaggiato per altri tre anni, molto Mediterraneo ma anche Sudafrica e tanto altro”.
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Tutto è partito proprio da lì e ora Borghese, che certo non necessita di presentazioni, ha costruito un vero e proprio impero gastronomico (e non solo) sotto l’insegna: “Alessandro Borghese-Il lusso della semplicità” (ora anche a Venezia) perché cucinare, secondo lui, è un vero e proprio “atto di amore e di altruismo”. Tornato “a terra”, si è inventato il ruolo di chef a domicilio, ma la vera svolta è arrivata nel 2004, l’anno in cui si è fatto conoscere al grande pubblico grazie alla televisione. Da allora ha condotto oltre 20 trasmissioni televisive e pubblicato cinque libri. Un successo dietro l’altro. Alessandro, però, sentiva l’esigenza di “dare una casa ai suoi progetti e alla sua creatività”, così -con il supporto fondamentale della moglie- nel 2017 ha aperto a Milano “Alessandro Borghese- il lusso della semplicità”. Un ristorante con un servizio di alto livello, ma poche formalità, che si concentra sull’ospitalità e in cui lo chef esprime appieno il proprio stile di vita e di cucina.
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Oltre all’ottimo cibo, infatti, gli ospiti possono ammirare opere d’arte inedite e vengono allietati da un dj set tutte le sere. “L’arte è una passione di famiglia trasferita all’interno del ristorante, che ospita una galleria perenne. Ogni due o tre mesi abbiamo un artista che espone. Sulla musica ci tengo a precisare che ha lo stesso potere evocativo del cibo, ho un dj fisso tutte le sere con vinili e musica rock. Dai Led Zeppelin ai Flash. Arte, musica e cucina. Abbiamo fortemente voluto questo format e c’è molto gradimento da parte delle persone. Gli ospiti mi dicono spesso che è come stare a casa. Quando sento certe parole, sono l’uomo più felice della terra. Io faccio il cuoco la mia mission è distribuire felicità e gioia a chi viene a trovarci”, racconta Borghese.
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Oggi il ristorante fa parte della società ABNormal, una vera e propria azienda di catering, banqueting e alcune attività di entertainment: un gruppo diversificato che coinvolge più di 50 dipendenti. Alessandro Borghese: il lusso della semplicità sia come filosofia, che come brand.
Fonte: corriere.it
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