Il tristellato Daniel Humm, proprietario dell’Eleven Madison Park, ha bandito dal suo ristorante il noto businessman americano Ari Emanuel, reo di aver insultato lo staff per l’eccessiva lentezza del servizio.
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L’aria è cambiata, nella ristorazione e non solo. Qualcuno ha parlato di “sindrome YOLO”, acronimo di “You Only Live Once”: difficile dopo uno stop annoso riabbracciare spensieratamente le vecchie abitudini, mentre la ricerca della felicità preme, nella speranza che la fortuna aiuti gli audaci. Si spiegano così l’impennata delle separazioni più improbabili come la crisi di interi comparti produttivi, dove i sacrifici un tempo all’ordine del giorno sono diventati obsoleti e irricevibili.Al tema ineludibile della sostenibilità si intreccia quello strettamente correlato del rispetto verso i collaboratori e delle loro legittime richieste, che possono oltrepassare gli zeri in busta paga e gli orari di lavoro.
Ci sono i maltrattamenti in brigata, da parte degli chef vecchia scuola, ma possono darsi anche maltrattamenti da parte dei clienti. Evenienza rispetto alla quale il tristellato Daniel Humm ha dimostrato una fermezza d’acciaio.
Il cliente non era uno qualsiasi: si tratta di Ari Emanuel, CEO di Endeavour, considerato uno dei magnati più potenti di Hollywood. Agente di star come Oprah Winfrey, Martin Scorsese e Charlize Theron, lo scorso giovedì aveva scelto di desinare presso Eleven Madison Park, essendo dichiaratamente vegano (come è noto, il ristorante newyorkese ha riaperto in chiave (quasi) veg il 10 giugno, con l’unica eccezione del latte e miele che accompagna tè e caffè).
Le intemperanze in sala hanno tuttavia condotto al suo allontanamento. Voci interne al ristorante parlano di una vera e propria “crisi isterica”, escalation durante la quale avrebbe ingiuriato i dipendenti, lamentando l’eccessiva lunghezza del pasto.
La risposta dello staff sarebbe stata ferma: non sarebbero stati accettati maltrattamenti di sorta. Un pasto da EMP dura, del resto, almeno due ore e mezzo, configurandosi non solo come una cena, ma come un’esperienza. Al che l’uomo d’affari avrebbe tolto letteralmente il disturbo, evitando ogni ulteriore commento.
Daniel Humm ha invece confermato l’accaduto, rivendicando la sua politica di “tolleranza zero nei confronti dei maltrattamenti allo staff”. Perché il cliente non ha sempre ragione.
Fonte: pagesix.com