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Miglio con ricotta di mandorle: il goloso piatto vegano della chef Marzia Riva

copertina marzia riva storia del medterraneo miglio con ricotta veg

Un piatto unico estivo che s’ispira al tabulé mediorientale, ma realizzato con il cereale africano più resiliente, il miglio, e i lupini, le proteine “da viaggio” delle legioni romane. Per finire, una ricotta di mandorle che strizza l’occhio alla cucina moresca.

Per il miglio pilaf

  • 200 g di miglio decorticato
  • 400-500 ml di acqua calda
  • olio e.v.o.

Procedimento

E’ utile risciacquare bene il miglio e, se gradito, effettuare una leggera tostatura dei chicchi prima della cottura “pilaf”. In una pentola capiente, e dopo aver tostato leggermente il miglio, versarvi sopra il doppio abbondante (2-2,5 volte) di acqua calda e cuocere a fuoco alto fino al bollore; quindi schiumare e ultimare la cottura sigillando bene la pentola con un coperchio a tenuta o con un panno o la pellicola; proseguire la cottura a fiamma bassa per 20-25 minuti. senza mescolare; i chicchi saranno cotti quando risulteranno gonfi e sgranati. A fine cottura controllare e lasciar riposare coperto per ancora 5-10 minuti; abbattere poi a 4 °C e sgranare bene prima di conservare in linea o condire.

Per la cagliata rosé di mandorle

  • 200 g di mandorle pelate
  • 1 L di acqua
  • 65 g di succo di limone
  • Succo di barbabietola
  • Sale marino
  • Olio e.v.o.
  • Pepe nero

Procedimento

Frullare in un blender le mandorle pelate con l’acqua fino alla quasi scomparsa della polpa e ottenere un denso “latte” bianco. Quindi filtrare bene, con chinoise, il “latte” di mandorle così da eliminare completamente i residui di polpa. Trasferire il “latte” in un pentolino e, a fuoco basso, portare a ebollizione; poi aggiungere il succo di barbabietola e il limone, mescolare bene e spegnere il fuoco. Aspettare che avvenga la coagulazione delle proteine e dei grassi della mandorla per circa 20-30 minuti; poi, utilizzando un’etamina, filtrare il “siero” per 20-30 minuti così da ottenere una solida cagliata rosa che potrà essere tenuta per più tempo in base alla consistenza desiderata; assaggiare e aggiustare di sale, olio, pepe. Trasferire in una sac a poche e conservare a 4 °C fino alla composizione del piatto.

Per la salsa di petali rosa e ibiscus

  • Petali essiccati di ibiscus
  • Petali freschi di rose “edibili”
  • Scorze di agrumi a scelta
  • Amido di mais

Procedimento

Preparare un infuso, a caldo, di petali di ibiscus e rose con l’aggiunta di scorze di agrumi, senza albedo. Lasciare in infusione per 5-6 ore, filtrare e aggiungere 2 g di amido ogni 100 ml di infuso di rose, evitando la formazione di grumi. Quindi trasferire in un pentolino e addensare a fuoco bassissimo la salsa, che dovrà risultare lucida e fluida, ma soprattutto mantenere i suoi profumi e il colore.

Composizione del piatto

  • 250 g di taccole sbianchite
  • 200 g di cuori di finocchio
  • 150 g di lupini in salamoia sbucciati
  • 150 g di cipollotti freschi
  • Erbe aromatiche miste
  • Sale marino
  • Olio e.v.o.
  • Pepe nero

Procedimento

Tagliare a brunoise i cuori di finocchi e i cipollotti freschi; affettare sottilmente le taccole; realizzare una “tartare” al coltello di lupini sgusciati. In una boule capiente mescolare le verdure a brunoise, la tartare di lupini e il miglio pilaf. Amalgamare bene il tutto e condire con olio e.v.o. sale, pepe ed erbe aromatiche a piacere. In un piatto piano, usando due ring concentrici, creare con il miglio condito un anello; decorare l’anello, sopra con dei ciuffi di cagliata rosé di mandorle e a piacere con erbe aromatiche e/o fiori; infine versare, a specchio, al centro dell’anello la salsa di petali di rose e ibiscus e servire.

Chi è Marzia Riva

Cuoca e insegnante di alta cucina vegetale e benessere, personal chef per eventi privati e aziendali, attività di consulenza nell’ambito della cucina plant-based. Dopo una esperienza ventennale nelle Risorse Umane si è diplomata all’Accademia di Alta Cucina Joia Academy dello chef Pietro Leemann, dove è stata docente, responsabile della scuola e relazioni esterne. Ha collaborato inoltre con Simone Salvini, Funny Veg e Cucina Naturale. Con il progetto La Taverna degli Arna dal 2012 ha creato un luogo di divulgazione, informazione, socialità, benessere e cultura intorno al cibo con l’intento di prendersi cura delle persone.

La taverna degli Arna

info@latavernadegliarna.it 

Sito web

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