Il filo rosso delle piantagioni da cui Noalya si approvvigiona intreccia Brasile e Papua Nuova Guinea, Repubblica Dominicana e Madagascar, Vietnam e, naturalmente Venezuela, dove si trova la tenuta di proprietà, acquistata nel 2001.
La Storia
La storia del cioccolato Noalya
Il giro del mondo in 20 anni di qualità. Noalya cioccolato coltivato è il nuovo brand toscano di qualità di Alessio Tessieri, uno dei massimi esperti di cioccolato. Una lunga ricerca e una profonda cultura di settore: il viaggio di Tessieri intorno al pianeta inizia nel 1997, per selezionare le piantagioni e ottenere i migliori cacao. Dal Sudamerica all’Africa, dai Tropici del Cancro a quello del Capricorno, passando per l’Equatore. Il filo rosso delle piantagioni da cui Noalya si approvvigiona intreccia Brasile e Papua Nuova Guinea, Repubblica Dominicana e Madagascar, Vietnam e, naturalmente Venezuela, dove si trova la tenuta di proprietà, acquistata nel 2001.
Il marchio Noalya cioccolato coltivato è stato lanciato con grande successo nell’autunno 2018 a Milano Golosa e all’Eurochocolate di Perugia. Un prodotto di qualità, da degustazione e per professionisti, con un progetto in progress di sartorialità su misura, una scuola di cioccolato e un viaggio nell’arte della tostatura. Di fronte allo scaffale multicolore i visitatori hanno potuto scegliere tra 33 tavolette, nate dalla ricerca dell’eccellenza e per questo uniche e inconfondibili.
I monorigine arrivano da 4 continenti e hanno tutti gli aromi delle loro terre. Di notevole pregio, poi, i cioccolati provenienti dalle piantagioni del Venezuela: il Guasare; il raro cacao ottenuto da 100.000 piante del nobile Criollo Merideño; il pregiato Porcelana. I blend, che esaltano l’equilibrio dei sapori, hanno tutti un numero associato, quello della degustazione risultata più equilibrata, arrivata dopo una lunga serie di test. Insieme ai tanti cru, dal Madagascar alla Repubblica Domenicana, Noalya propone anche due tipologie di cioccolato bianco.
Vasto l’assortimento di cacao, con una filiera di produzione cortissima. Alessio Tessieri ha un rapporto stretto con i coltivatori e in azienda segue personalmente il processo di produzione del cioccolato, dal momento in cui i semi arrivano in fabbrica. Un lavoro lungo e complesso, che porta alla qualità del prodotto finale, grazie anche all’uso delle apparecchiature più adatte alle singole fasi produttive. Appena conclusi i processi e le lavorazioni sui luoghi di raccolta, il cacao, in sacchi di juta, inizia finalmente il viaggio dai quattro continenti allo stabilimento nel cuore della Toscana. Dopo un’attenta e accurata pulizia, i semi di cacao vengono tostati.
L’arte della tostatura è il vero segreto di Noalya, custodito con cura: viene realizzata con macchine all’avanguardia e con una lavorazione delicata e personalizzata con temperature diverse per ogni tipo di cacao. È qui che si sviluppano aromi particolari: i semi rilasciano le loro note di frutta rossa e frutta secca, i retrogusti di tabacco, i finali speziati.
Tutto questo è cioccolato coltivato: filiera corta, tracciabilità dei semi che arrivano in fabbrica, linee guida ben definite ed un’emozione di aromi e sapori, che evocano i tropici e l’equatore, raccontano del sole che pervade la terra e dei profumi che quella terra, accudita e coltivata, trasferisce alle piante e al cacao.
Tra le linee di Noalya c’è una produzione dedicata ai professionisti, un progetto di sartorialità in progress, basato sulla sinergia tra l’eccellenza dell’expertise Alessio Tessieri e la tecnica e cultura pasticcera di pastry chef d’eccezione, con la possibilità di personalizzare i prodotti, per un cioccolato su misura per professionisti.
Dalla sinergia tra Noalya e Scuola Tessieri, la più grande scuola di cucina nel cuore della Toscana, è nata inoltre una scuola di cioccolato rivolta a chi vuole imparare le tecniche di preparazione del cioccolato e le sue applicazioni.
“Il ritorno alla produzione del cioccolato - confida Alessio Tessieri - è per me il ritorno a un grande amore. È vivere l’emozione che in pochi grammi di cioccolato può concentrarsi una lunga teoria di lavoro e scienza degli uomini, sudore e rispetto della natura, amore verso una pianta i cui frutti portano il segreto della felicità. Sì, tornare a fare cioccolato per me, oltre alla passione grande per le qualità del cacao, è anche un dovere nei confronti dei coltivatori che curano la mia piantagione in Venezuela e di tutti coloro che, spesso in paesi poveri e con difficoltà, coltivano il cacao”.
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