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Patatas Nana: la chips estiva più buona d’Italia ha il sapore del baccalà

di:
Redazione
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copertina patatas nana senigallia e sangria

Un omaggio a Senigallia, dove sono nate le chips più buone d’Italia: Patatas Nana si rinnova e punta sulla versione estiva dedicata a Senigallia con baccalà al pomodoro, da gustare anche in spiaggia. E per gli amanti dei drink c’è anche la Sangria in bottiglia.

Patatas Nana Senigallia e Sangria: le novità dell'estate

Capita poche volte nella vita - qualcuno particolarmente pessimista direbbe “a me mai” - ma quando capita ti senti leggero, frizzante, euforico e altri aggettivi che potete aggiungere voi in libertà. Stiamo parlando di quando hai un progetto in testa, e magicamente, tutti i tasselli dell’idea si incastrano senza sforzo e con dei tempi che sfiorano il miracolo.


A Michele Gilebbi di Patatas Nana è andata proprio così riguardo al lancio della Special Edition delle sue celebri chips in busta, dedicata a Senigallia, la città in cui il progetto Nana è nato e continua a evolversi (avete già letto come viene preparata la versione con vere verdure? Ve lo raccontiamo qui).


Patatas Nana: le chips al gusto di baccalà che celebrano Senigallia

Volevamo dedicare un gusto a Senigallia, la nostra città. Abbiamo provato con le cozze di Portonovo, con alcuni tipi di alghe, anche con il polpo. Risultavano troppo forti. Oh, ce l’avevamo sotto gli occhi e per fortuna ce ne siamo ricordati. A Senigallia c’è una ricetta semplice e molto diffusa. Il baccalà con pomodoro e origano. Anche noi al Nana Piccolo Bistrot cuciniamo spesso il baccalà. Allora abbiamo disidratato la sua pelle, liofilizzato il pomodoro, polverizzato l’origano secco e il condimento era pronto. Nella pelle del baccalà c’è una proteina che si gelatinizza in cottura facilitando anche l’aderenza alla patata”. 


Così nascono le Patatas Nana sabbiate Senigallia. La sabbiatura, che di solito si fa con il pane grattato, è ottenuta con la pelle di baccalà. Perché sabbiate? Perché Senigallia è anche conosciuta come la “spiaggia di velluto”, per i suoi 13 chilometri di sabbia finissima.


Manca ancora qualcosa? Come ogni capsule collection che si rispetti serve un packaging speciale, un’immagine che a colpo d’occhio esalti l’idea. Ed ecco allora che un illustratore di Marotta emigrato a Milano, Antonio Colomboni in arte @scombinanto, riceve una chiamata e non ci pensa due volte. Accetta e realizza una grande copertina per le Nana Senigallia che sa di estate, di balli e vi ritmi rallentati, o forse sarebbe meglio dire lenti, perché è proprio la celebre Rotonda sul mare di Senigallia la protagonista dell’illustrazione.


Se doveva essere un gusto solo per l’estate, il suo successo ha spinto Gilebbi a decidere di renderlo una referenza stabile nel portafoglio Nana. C’è anche una ragione turistica. Senigallia non ha un suo souvenir, qualcosa che possa cristallizzare un buon ricordo. Ora invece, grazie a queste chips sabbiate, ne ha uno che potrà contenere anche altri ricordi. Le buste di patatine sono all’interno di un coloratissimo barattolo di alluminio con la medesima illustrazione della busta. Un oggetto richiestissimo,  già diventato cult per chi visita Senigallia, ma anche per chi è legato alla città da sempre.


La croccantezza delle patatine sabbiate non si discute, in più all’apertura della busta, il profumo del mare si increspa come un’onda. Come la sabbia, il piacere di queste patatine rimane ancora di più sulle dita. La differenza? Che te le puoi leccare.


Cresce anche la Sangria, come la voglia d’estate

Gli spin-off di Patatas Nana sono caldi anche sul versante sangria. Servirla sempre bella fredda mi raccomando. Dopo la lattina da 150 ml che ha già spopolato sul litorale adriatico e in tanti locali in giro per l’Italia, nonché per uso domestico, da qualche tempo e entrato in produzione anche il formato più conviviale da 750 ml. Abituati a quelle caraffe poco rassicuranti, create con un vino di cui non si conosce l’origine, il cambio, per uno dei cocktail più diffusi nel mondo, è epocale.



La Sangria Nana è frutto di una ricetta creata da Oscar Quagliarini, un bartender con un pedegree proprio niente male. Il vino rosso è il blend di Sangiovese e Montepulciano d’Abruzzo “di Gino”, della Fattoria San Lorenzo di Montecarotto, di proprietà di Crognaletti Natalino, vignaiolo marchigiano, anticipatore silenzioso del biologico e del naturale.


Che il suo vino sia la base alcolica di una sangria è come una certificazione. “Con la bottiglia da 75 cl potremo assaggiare una sangria invecchiata. Con Natalino, altro pazzo come noi, stiamo pensando a una fermentazione dell’uva che non richieda aggiunta di zucchero, bloccando la fermentazione al punto in cui si sviluppa lo zucchero necessario. È lì che dobbiamo menare, è quello il punto. La sangria non è più assemblaggio di avanzi.”


Il vino è aromatizzato e arricchito con estratti naturali di cedro, pesca, arancia e vaniglia. Le bottiglie hanno un design e una grafica minimalista, in linea con le scelte già fatte per le chips. L’aperitivo è sempre di più una cosa seria.


*Contenuto con finalità promozionali

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